I consiglieri comunali di opposizione, Lorenzo Rotellini e Simona Giannangeli, ribadiscono la loro ferma contrarietà al metanodotto Snam, definendolo anacronistico e dannoso per l’ambiente e la sicurezza dei cittadini. Chiesta trasparenza sulla realizzazione dell’opera e un fronte istituzionale compatto per fermare il progetto
L’AQUILA – Si allarga il fronte del no alla realizzazione del metanodotto Snam, l’infrastruttura concepita per potenziare la capacità di trasporto del gas naturale lungo l’asse sud-nord dell’Italia, al centro di veementi polemiche, soprattutto nell’area della Valle Peligna.
A ribadire con fermezza la loro posizione di netta contrarietà all’opera, ritenuta obsoleta e non più in linea con le esigenze energetiche e ambientali attuali, sono i consiglieri comunali Lorenzo Rotellini, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, e Simona Giannangeli, capogruppo di L’Aquila Coraggiosa, che non hanno usato mezzi termini nel criticare il progetto.
“Il metanodotto SNAM è un’opera profondamente sbagliata – dichiarano –. Pensata nel 2005, in un contesto completamente diverso, oggi risulta del tutto obsoleta. L’Italia ha ridotto il proprio fabbisogno di gas e dispone già di infrastrutture sovradimensionate. Non esiste alcuna emergenza energetica che giustifichi un progetto di questo tipo”.
Alle critiche si aggiungono serie preoccupazioni per gli impatti ambientali e territoriali. Il tracciato previsto attraversa infatti aree a elevato rischio sismico, riserve naturali, terreni agricoli di pregio e comunità già provate da eventi drammatici come il terremoto del 2009. A destare ulteriore allarme è la centrale di compressione prevista a Sulmona.
“L’opera – continuano i consiglieri – rappresenta un pericolo per l’ambiente, per la sicurezza delle popolazioni e per l’integrità del territorio. I costi, pari a 2,5 miliardi di euro, saranno scaricati sulle bollette dei cittadini, mentre le priorità dovrebbero essere la messa in sicurezza del territorio e gli investimenti su fonti energetiche realmente sostenibili”.
Per fare chiarezza sulla posizione del Comune dell’Aquila e sullo stato di avanzamento dell’intervento, è stata presentata un’interrogazione in Consiglio regionale. L’iniziativa segue un ciclo di audizioni in Commissione Ambiente attualmente in corso. Al centro dell’interrogazione: lo stato degli espropri, i rapporti con SNAM, l’operatività del gruppo intersettoriale, l’eventuale presenza di nuovi studi sismici e il futuro delle frazioni interessate.
“Serve un fronte istituzionale compatto, che vada. – concludono Rotellini e Giannangeli – Comune dell’Aquila, Comuni limitrofi, Regione Abruzzo e tutte le forze civiche devono unirsi per dire con chiarezza al Governo che quest’opera non serve al Paese, danneggia l’Abruzzo e va fermata subitp”.