Con la sospensiva della Corte d’Appello dell’Aquila, di fatto gli impianti tornano all’ex gestore nelle more della definizione del giudizio di secondo grado
L’AQUILA – Sembrava l’inizio di una nuova epoca per gli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva e per l’intero comprensorio, quando il Tribunale civile ha stabilito la gestione in capo alla Gst, respingendo la richiesta della società Marco Finori S.r.l. di ottenere, per via giudiziaria, il trasferimento della proprietà del ramo d’azienda.
La Provincia di Teramo e la partecipata avevano annunciato che, non appena avute indietro le chiavi dall’ex gestore Marco Finori, entro 30 o 45 giorni avrebbero puntato alla riapertura ufficiale, continua e definitiva. Per questo oggi è come un fulmine a ciel sereno la notizia che, dopo il ricorso presentato dall’ex gestore, la Corte d’Appello dell’Aquila ha optato per la sospensiva che, nelle more della definizione del giudizio, formalmente restituisce la gestione a Finori. Se vorrà, al momento, sarà quindi lui a riaprire gli impianti, in attesa della sentenza che definirà il giudizio in appello.
La riapertura appare tuttavia più un miraggio più che un obiettivo: c’è da occuparsi della manutenzione, ad esempio, ed è possibile anche che la definizione del giudizio arrivi prima che si decida chi debba provvedere, se il (non) nuovo gestore o la Provincia. Poi, anche se la sentenza arrivassi in tempi record, resta difficile immaginare che in pochi giorni gli impianti si possano inaugurare.