Il rischio dell’isolamento delle aree interne è il fil rouge della polemica insorta sulle tempistiche per i lavori: il tratto è l’unico collegamento delle Aree interne con la Provincia dell’Aquila
TERAMO – Sta suscitando un’ondata di proteste la decisione di chiudere dal 3 giugno, per almeno 60 giorni, il Ponte Paladini sulla SS 80, per consentire lavori di manutenzione straordinaria. A scatenare la rabbia è soprattutto la mancanza di concertazione con i territori interessati, come denunciato nei giorni scorsi dal sindaco di Crognaleto Orlando Persia, seguito poi da amministratori locali, consiglieri regionali e associazioni.
Tra i primi a intervenire, Vincenzo D’Ercole, delegato alla viabilità della Provincia di Teramo e sindaco di Castiglione Messer Raimondo, che ha raccolto il grido d’allarme parlando apertamente di una programmazione “scellerata e imbarazzante”. Secondo D’Ercole, la chiusura del ponte rappresenta un colpo durissimo per i lavoratori, gli studenti e i turisti che percorrono quotidianamente quel tratto, ma soprattutto per l’economia già fragile delle Aree Interne. “Nel 2025 è inaccettabile interrompere un collegamento così strategico senza prevedere alternative valide. È in gioco la credibilità della Buona Politica”, ha dichiarato, chiedendo l’attivazione urgente di un tavolo tecnico con tutti gli attori coinvolti.
Durissimo anche il giudizio dei consiglieri regionali Sandro Mariani, Giovanni Cavallari e Pierpaolo Pietrucci, che hanno parlato di “ennesima mazzata” per la viabilità montana, criticando la totale assenza di coordinamento da parte della Regione Abruzzo. “Marsilio e D’Annuntiis non contano più nulla, né in Regione né con Anas. È grave che la chiusura venga decisa senza coinvolgere i territori o almeno valutare la costruzione di un ponte temporaneo. Se in estate dovesse verificarsi un’altra chiusura del traforo del Gran Sasso, come accaduto domenica scorsa, sarebbe una catastrofe”, hanno dichiarato, annunciando che porteranno la questione in Commissione Vigilanza, dove convocheranno Anas.
Anche l’associazione Robin Hood – Konsumer, attraverso il suo osservatorio sui lavori pubblici, ha espresso forte preoccupazione per l’impatto della chiusura sul turismo estivo e sull’economia locale, già messa a dura prova dal sisma. Secondo l’associazione, i tre appalti attivi nella stessa area avrebbero dovuto prevedere una gestione più attenta dei tempi. Per questo, propone una rinegoziazione delle scadenze dei lavori sul ponte, in modo da tutelare sia le imprese esecutrici che le comunità locali.
Nel mirino, dunque, la totale assenza di pianificazione condivisa, che rischia di compromettere la stagione turistica e isolare ulteriormente territori già fragili e spesso dimenticati. Tutti gli attori in campo, istituzionali e non, chiedono ora una revisione immediata del cronoprogramma e soluzioni alternative che garantiscano almeno una viabilità minima nei mesi estivi.