Cassa integrazione e protesta dei lavoratori di Aura al Tecnopolo d’Abruzzo: sit-in davanti ai cancelli chiusi dopo il mancato rinnovo della polizza assicurativa. I sindacati attaccano la proprietà
L’AQUILA – Prima giornata di cassa integrazione e subito protesta per i lavoratori di Aura: questa mattina i dipendenti si sono ritrovati davanti ai cancelli chiusi dello stabilimento del Tecnopolo d’Abruzzo, bloccato dal mancato rinnovo della polizza assicurativa obbligatoria contro incendi e furti.
Secondo quanto denunciato da Fim, Fiom, Uilm e Rsu, la proprietà – la società svizzera Mival, subentrata a marzo – non ha provveduto al pagamento del premio assicurativo, con la conseguenza del divieto assoluto di accesso ai locali. “Nonostante i ripetuti solleciti, l’amministratore unico non ha provveduto a regolarizzare la posizione assicurativa”, hanno denunciato i segretari provinciali Giampaolo Biondi (Fim), Elvira Simona De Sanctis (Uilm) e Michele Paliani (Fiom).
Il mancato rinnovo della polizza è stato definito dai sindacati “un fatto grave e inaccettabile”, perché paralizza l’attività produttiva e accresce i timori per la continuità dello stabilimento. Una vicenda che alimenta il clima di tensione già innescato dall’assenza di Mival al tavolo di concertazione convocato nei giorni scorsi in Regione dall’assessore alle Attività produttive, Tiziana Magnacca.
Anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è intervenuto stigmatizzando la scelta della proprietà ed ha parlato di atteggiamento “inaccettabile”, ribadendo la necessità di garantire il futuro del sito del Tecnopolo e la tutela dei posti di lavoro.
Il presidio odierno, con striscioni esposti dai dipendenti davanti ai cancelli chiusi, segna un nuovo capitolo di una crisi occupazionale che i sindacati giudicano “sempre più insostenibile”.