“Licenziare 150 lavoratori significa distruggere 150 famiglie”: la protesta dei precari Asl davanti al palazzo della Regione

19 Maggio 2025
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I 150 precari della ASL dell’Aquila, in tenda davanti alla Giunta regionale, protestano per il loro futuro lavorativo. Il rinnovo del contratto non garantisce stabilità: la graduatoria del concorso pubblico rischia di escludere molti lavoratori. Si valutano soluzioni come l’assorbimento in società in house o in Abruzzo Progetti per garantire contratti stabili

L’AQUILA – Nelle tende piazzate sulle aiuole antistanti palazzo Silone, sede della Giunta regionale d’Abruzzo, per tenere alta l’attenzione sulla vertenza che riguarda il loro futuro occupazionale. Prosegue la mobilitazione dei 150 lavoratori precari dell’area tecnica e amministrativa della Asl 1 Avezzano–Sulmona–L’Aquila. Dopo le ferie forzate imposte a seguito della scadenza del precedente appalto, i lavoratori, assunti tramite le cooperative Biblos, Az Solutions e Vigilantes Group, hanno ripreso servizio grazie al rinnovo quadriennale del contratto. Ciononostante, la loro posizione rimane tutt’altro che definita poiché il nuovo appalto non garantisce la stabilizzazione del personale.

E allora, al netto delle rassicurazioni del presidente della Regione Marco Marsilio, i lavoratori hanno organizzato un presidio a rotazione davanti a Palazzo Silone, sede dell’Esecutivo regionale. Con tende e striscioni, stanno manifestando tutta la loro preoccupazione, frustrazione e disagio, ben riassunti nei slogan esposti: “Licenziare 150 lavoratori significa distruggere 150 famiglie” e “Utili fino a ieri, inutili da oggi. Anni di sfruttamento, poi il licenziamento in un solo giorno”.

Il timore principale è legato al concorso pubblico per 53 posti da assistente amministrativo, la cui graduatoria è attesa per giugno. Molti dei lavoratori precari non hanno partecipato al concorso o non sono risultati idonei, e temono per il loro futuro occupazionale. La richiesta è quella di una stabilizzazione che tenga conto dell’esperienza maturata, anche per coloro che non possono sperare in un posto in graduatoria.

Nel novero delle possibili soluzioni, si discute l’opzione di riassorbire le maestranze in una società in house o, in alternativa, di assumerle in una realtà esistente come Abruzzo Progetti. Prospettive, entrambe, che garantirebbero la continuità occupazionale, valorizzando le competenze acquisite dai lavoratori nel corso degli anni.

La situazione al momento resta tesa, con i lavoratori determinati a proseguire la mobilitazione fino a quando non verranno fornite risposte chiare e soluzioni concrete alla loro precarietà.

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