Quindici misure cautelari sono state eseguite dai Carabinieri di Pescara contro un presunto sistema di spaccio gestito da due famiglie in una palazzina di via Aldo Moro nel quartiere San Donato. Le indagini, avviate nel 2024, hanno documentato un flusso continuo di clienti, cinque canali di rifornimento e sofisticate tecniche per eludere i controlli
PESCARA – All’alba di oggi, venerdì 5 dicembre, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Pescara hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare a carico di 15 indagati per traffico e detenzione di stupefacenti. Sette sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari e altri quattro sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’inchiesta, avviata nel settembre 2024 e coordinata dalla Procura di Pescara, ha ricostruito un presunto sistema di spaccio gestito da due nuclei familiari residenti in una palazzina popolare di via Aldo Moro, nel quartiere San Donato. Le abitazioni sarebbero state trasformate in veri e propri punti vendita di cocaina, protetti da un rigido sistema di sicurezza con controlli sugli acquirenti e una sorveglianza continua garantita da membri delle famiglie.
Le microcamere installate nel palazzo hanno documentato un flusso ininterrotto di clienti a tutte le ore, confermando l’esistenza di una struttura di spaccio capace di servire quotidianamente centinaia di acquirenti. Secondo gli investigatori, l’organizzazione era gestita in modo condiviso, con ruoli intercambiabili tra coniugi e tra genitori e figli, e con una collaborazione costante anche nella gestione dei pagamenti, delle scorte e nel rapido spostamento della droga in caso di controlli.
Grazie a intercettazioni e pedinamenti, sono stati inoltre individuati cinque canali di approvvigionamento tra Pescara e Montesilvano, anch’essi raggiunti dalle misure cautelari.
Le indagini hanno inoltre messo in luce l’utilizzo di app di messaggistica criptata, SIM intestate a terze persone estranee ai fatti e comunicazioni codificate per eludere i controlli.