Il presidente di Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi, interviene all’Assemblea nazionale UPI di Lecce chiedendo il pieno ripristino delle funzioni delle Province, una rappresentanza democratica definita e un ruolo più incisivo nei territori. Critiche alla legge Delrio e alla frammentazione istituzionale che ha indebolito aree interne e piccoli comuni
LECCE – Il futuro delle Province torna al centro del dibattito politico nazionale. All’Assemblea dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), in corso a Lecce, il presidente di Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi, rilancia la necessità di restituire a questi enti un ruolo pienamente operativo nei territori.
Secondo Biondi, le Province devono recuperare sovranità funzionale, rappresentanza democratica e capacità decisionale, elementi che oggi risultano indeboliti da una riforma, la legge Delrio, che ha ridotto competenze e strumenti, complicando ulteriormente la gestione dei territori, soprattutto quelli più fragili e soggetti a spopolamento.
“Ci troviamo di fronte a un tema centrale non solo in Italia, ma anche in ambito europeo e internazionale – ha osservato – perché nelle aree che perdono popolazione e servizi si indebolisce ciò che solo gli enti locali possono garantire con continuità: prossimità, assistenza, presenza istituzionale.”
Biondi ha parlato di una fase caotica, in cui spesso non è chiaro quali livelli istituzionali debbano occuparsi di funzioni fondamentali per i cittadini. L’abolizione della maggior parte delle Comunità montane e il ridimensionamento delle Province, ha affermato, hanno compromesso la capacità dei territori di cooperare in modo strutturato.
Se il tema viene affrontato con serietà anche sotto il profilo delle risorse, ha aggiunto, “le Province possono tornare a essere un punto di riferimento reale per il governo locale, ma non si ricostruiscono con un colpo di bacchetta magica.”
Per il presidente di Anci Abruzzo serve un patto parlamentare che riporti le Province tra i livelli essenziali dell’architettura istituzionale dello Stato, restituendo ordine a un sistema che oggi appare frammentato.
Biondi ha infine respinto l’idea di uno scontro tra regioni e comuni in vista della prossima programmazione europea 2028-2034: “L’amministrazione dei piccoli comuni è diventata molto complessa, soprattutto per quanto riguarda i servizi essenziali. Province con competenze piene possono riportare equilibrio e semplificazione.”