60enne caduto dal cassone di un camion durante lo scarico del materiale. Ugl: “Se un lavoratore finisce in codice rosso, qualcosa nella valutazione dei rischi o nelle procedure non ha funzionato”
TERAMO – Un grave incidente sul lavoro ha segnato la mattinata nel cantiere del Santuario della Madonna delle Grazie a Teramo: un operaio di 60 anni è caduto dal cassone di un camion durante lo scarico del materiale, riportando un importante trauma cranico. È stato soccorso e trasferito in codice rosso all’ospedale Mazzini.
La UGL Abruzzo ha espresso immediata vicinanza. «Siamo accanto al lavoratore e alla sua famiglia», afferma il segretario regionale Carlo Pentola, ribadendo che un episodio così grave «non è mai una fatalità», ma il segno di una falla nella prevenzione. Ricorda inoltre come a Teramo, negli ultimi mesi, si siano verificati diversi incidenti simili e che «serve un segnale forte e immediato».
Pentola richiama l’attenzione sul gran numero di cantieri attivi in Abruzzo — pubblici, privati e di restauro — dove la sicurezza deve essere considerata una priorità reale: «Non possiamo abituarci alla cronaca degli infortuni. Chiediamo più controlli, formazione concreta e rispetto rigoroso delle norme su lavori in quota, movimentazione dei carichi e organizzazione dei cantieri».
Sulla stessa linea Stefano Matteucci, referente dell’Osservatorio provinciale sulla sicurezza: «A Teramo abbiamo avuto troppi episodi simili. Non è più un campanello d’allarme: se un lavoratore finisce in codice rosso, qualcosa nella valutazione dei rischi o nelle procedure non ha funzionato». Matteucci chiede accertamenti rigorosi sui casi recenti, per correggere subito le criticità: «Non accetteremo che tutto venga archiviato come “errore umano”». Ai tavoli istituzionali, l’UGL chiederà un monitoraggio straordinario dei cantieri e controlli rafforzati.
Il sindacato invoca piena chiarezza su quanto accaduto nel cantiere del Santuario e interventi immediati qualora emergessero carenze organizzative o nella sicurezza. E conclude con un appello: «Non basta più indignarsi. L’Abruzzo deve diventare un territorio in cui lavorare in sicurezza sia un diritto effettivo, non una promessa».