Chieti, crisi senza fine: i neroverdi perdono 2-0 con la Recanatese e restano in fondo alla classifica

16 Novembre 2025
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RECANATI -

Tra stipendi non pagati, addii eccellenti e tensioni interne, la squadra di Silva cade ancora e resta impantanata al 15° posto

RECANATI – La trasferta di Recanati invece di rappresentare un’occasione di riscatto per il Chieti si è trasformata nell’ennesima giornata amara. I neroverdi, già scossi dalle vicende societarie e dalle polemiche per gli stipendi non corrisposti, hanno ceduto 2-0 contro la Recanatese, diretta concorrente nella lotta salvezza. Una sconfitta che pesa non solo per la classifica — Chieti fermo a 12 punti al 15° posto, con i marchigiani subito dietro a quota 10 — ma soprattutto per il morale di un gruppo ormai logorato.

La vigilia era stata segnata dall’addio di Tommaso Ceccarelli, primo di una serie di possibili partenze che rischiano di svuotare ulteriormente la rosa. Mister Silva ha dovuto inventarsi la nuova formazione, con mezzo attacco fuori causa defezioni (tanti problemi fisici alla vigilia della trasferta), costretto a convocare il giovane Polleggioni, 2008 attaccante della Juniores alla sua prima esperienza in serie D. Ma la squadra, tra infortuni e malumori, non è riuscita a reggere l’urto di una Recanatese più compatta e determinata.

Il comunicato dei giocatori, che nei giorni scorsi hanno denunciato pubblicamente la mancata corresponsione degli stipendi, ha certificato la frattura con la dirigenza. La società, dal canto suo, resta silente mentre il presidente Di Labio cerca nuovi imprenditori per tamponare una situazione che appare sempre più compromessa. Intanto, sul campo, la crisi tecnica e psicologica si traduce in risultati negativi: quattro sconfitte consecutive e un ambiente che sembra sull’orlo della smobilitazione.

Il Chieti esce da Recanati con più dubbi che certezze. La squadra chiede rispetto e dignità mentre la città osserva con crescente preoccupazione la situazione e la società cerca soluzioni per non precipitare. La stagione è ancora lunga, ma senza un cambio di rotta deciso — dentro e fuori dal campo — il rischio di un naufragio diventa ogni giorno più concreto.

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