Landini sotto accusa: in Abruzzo pioggia di reazioni contro l’attacco a Meloni

16 Ottobre 2025
2 minuti di lettura
Il leader della Cgil Landini sommerso dalle critiche in Abruzzo per le sue esternazioni contro la Meloni

Dopo la frase “cortigiana di Trump” rivolta alla premier, il leader della Cgil viene travolto da critiche bipartisan. In Abruzzo, assessori, parlamentari e dirigenti politici condannano il linguaggio sessista e chiedono rispetto per le istituzioni. Verì: “Parole indegne e doppiopesiste”. Sigismondi: “Sindacato ridotto a megafono d’odio”

PESCARA – «Cortigiana di Trump». Bastano tre parole, pronunciate da Maurizio Landini in diretta televisiva, per scatenare una bufera politica che ha investito anche l’Abruzzo. Il segretario generale della Cgil, ospite della trasmissione “diMartedì” su La7, ha definito così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, provocando una valanga di reazioni indignate da esponenti di governo, opposizione e società civile.

In Abruzzo, le repliche sono arrivate a stretto giro. L’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì ha parlato di «parole indegne»:
«Come donna e come rappresentante delle istituzioni, esprimo la mia solidarietà al nostro Presidente Giorgia Meloni, vittima della solita politica doppiopesista della sinistra. Il termine usato da Landini non lascia spazio a equivoci: è offensivo, sessista e indegno di chi guida una delle principali sigle sindacali».

Durissimo anche il senatore Etelwardo Sigismondi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia:
«Landini ha trasformato la Cgil in un megafono d’odio. Le sue parole sono un insulto non solo alla presidente Meloni, ma a tutte le donne che ricoprono ruoli istituzionali. È inaccettabile che il leader di un sindacato si esprima con un linguaggio da bar, che nulla ha a che vedere con il confronto democratico».

Il deputato abruzzese Guerino Testa (FdI) ha rincarato:
«Landini ha superato ogni limite. Il suo è un attacco volgare e sessista, che offende la dignità delle istituzioni e delle donne. La Cgil dovrebbe prendere le distanze da queste esternazioni, se vuole continuare a rappresentare i lavoratori con credibilità».

Anche il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, ha condannato l’episodio:
«Le parole di Landini sono gravi e inaccettabili. Non si può pensare di fare opposizione insultando. Il rispetto per le istituzioni è il fondamento della democrazia».

A difendere la premier è intervenuta anche l’europarlamentare abruzzese Lucia Scoccia:
«Landini ha usato un linguaggio sessista e volgare. È un attacco personale che nulla ha a che vedere con la critica politica. Mi auguro che la Cgil prenda le distanze da queste parole, che ledono la dignità delle donne e delle istituzioni».

Nel frattempo, la presidente Meloni ha rilanciato sui social la definizione da dizionario del termine “cortigiana”, evidenziando il significato più comune: “prostituta”. Landini ha provato a correggere il tiro, parlando di “giudizio politico” e chiarendo che intendeva riferirsi alla “vicinanza” della premier a Donald Trump, ma la polemica non si è placata.

In Abruzzo, il caso ha riacceso il dibattito sul ruolo del sindacato nella dialettica politica. E mentre la Cgil tace, la condanna bipartisan si allarga. Il linguaggio usato da Landini, secondo molti, ha travalicato il confine tra critica e insulto, lasciando sul campo una ferita istituzionale difficile da ignorare.

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