Montesilvano, assolte transessuali accusate di rapina nel 2019: lo Stato dovrà risarcirle con 122mila euro per ingiusta detenzione

13 Ottobre 2025
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Accusate di rapina e tentata estorsione a Montesilvano nel 2019, quattro persone sono state assolte per insufficienza di prove. Determinante, durante il processo, un video che ha smentito la denuncia dell’accusatore. Ora a tre degli imputati lo Stato riconosce un risarcimento di 122 mila euro

MONTESILVANO – Si chiude con un’assoluzione e un risarcimento da oltre 122mila euro la vicenda giudiziaria che ha coinvolto tre transessuali, accusate di rapina e tentata estorsione a seguito di una notte di sesso a pagamento e uso di cocaina in un appartamento di Montesilvano. La notizia è stata riportata oggi dal quotidiano il Centro: i fatti risalgono all’aprile 2019 ma solo ora, con la sentenza definitiva e il riconoscimento dell’errore giudiziario, si pone fine a un caso che aveva portato le imputate a trascorrere mesi tra domiciliari e carcere.

Tutto era partito dalla denuncia di un uomo che, al termine della serata trascorsa nell’appartamento, si era rivolto alle forze dell’ordine sostenendo di essere stato aggredito da quattro persone, picchiato, derubato di 450 euro e di uno smartphone, e successivamente ricattato con la richiesta di 100 euro per riottenere il cellulare.

Il pubblico ministero aveva richiesto e ottenuto l’applicazione della misura cautelare: tre delle quattro persone coinvolte erano finite ai domiciliari, mentre la quarta era stata indagata a piede libero. Successivamente, per le tre si era aggravata la misura, trasformata in custodia in carcere.

A cambiare radicalmente le sorti del processo, celebrato con rito abbreviato dinanzi al gup di Pescara Elio Bongrazio, è stato un video prodotto dalla difesa. Le immagini, riprese durante quella stessa notte, mostravano un rapporto sessuale di gruppo consensuale, l’uso volontario di cocaina e, soprattutto, il momento in cui l’uomo pagava la prestazione e lasciava il cellulare come garanzia, senza alcuna costrizione.

Il materiale video è risultato determinante per smontare la versione dell’accusatore, la cui testimonianza è stata definita dal giudice come “scarsamente attendibile” e contraddistinta da “plurime e rilevanti contraddizioni”. Lo stesso denunciante, riconvocato dagli inquirenti, si era visto costretto a fare parziale marcia indietro rispetto alla sua iniziale ricostruzione.

Il procedimento si è concluso con l’assoluzione per tutti e quattro gli imputati per insufficienza di prove. Alla luce dell’errore giudiziario, la Corte d’Appello ha ora riconosciuto il diritto al risarcimento per ingiusta detenzione: lo Stato verserà complessivamente 122.000 euro alle tre persone rimaste in custodia cautelare.

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