Per i lavoratori di Aura niente stipendio da agosto e cassa integrazione bloccata. L’assessore Magnacca accusa la proprietà Mival: “Assenza totale e nessun piano per il futuro dello stabilimento”
L’AQUILA – La crisi dell’azienda Aura, insediata nel Tecnopolo d’Abruzzo e specializzata nel trattamento dei rifiuti elettronici, si fa ogni giorno più grave. Dopo settimane di mobilitazioni sindacali, tra sit-in e presidi, con i lavoratori senza stipendio e senza cassa integrazione, è arrivata la dura presa di posizione dell’assessore regionale alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, che ha puntato il dito contro la proprietà Mival, accusata di aver abbandonato lo stabilimento e mortificato il territorio aquilano.
“Con grande dispiacere – ha dichiarato Magnacca – devo constatare che la Mival, proprietaria di Aura Materials, ha abbandonato al proprio destino i lavoratori e mortificato l’intero territorio aquilano. Una situazione che è diventata inaccettabile con le maestranze che hanno percepito l’ultimo stipendio ad agosto e con gli impianti desolatamente fermi”.
L’assessore, dopo l’incontro con le organizzazioni sindacali, ha evidenziato come l’Inps provinciale dell’Aquila non abbia ancora autorizzato la Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) richiesta dall’azienda, a causa della mancanza di documentazione integrativa, né accettato di anticiparne i pagamenti ai lavoratori, nonostante le sollecitazioni di sindacati e Regione.
Ma le criticità evidenziate dall’assessore non si fermano qui. “La cosa ancora più grave – aggiunge Magnacca – è il constatare che nonostante le sollecitazioni delle istituzioni e dei sindacati, la società Aura non ha ancora presentato un piano industriale credibile, evidenziata anche dalla totale assenza della proprietà nell’ultima riunione convocata qui in Regione lo scorso 24 settembre. Ci duole constatare che, a soli pochi mesi dall’ingresso nell’asset societario di Mival, non abbiamo notato passi significativi circa il futuro dello stabilimento aquilano”.