Donna travolta in bici a Pescara: arrestato 37enne per omicidio stradale. Era ubriaco, senza patente e ai domiciliari

1 Ottobre 2025
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incidente pescara con auto, ambulanza e soccorsi

È scattato l’arresto con l’accusa di omicidio stradale per il 37enne che ieri ha investito una 43enne in bicicletta in via Rio Sparto a Pescara: si attendono i risultati degli esami tossicologici per capire se oltre che ubriaco fosse anche sotto l’effetto delle sostanza stupefacenti. Masci: “Morte inaccettabile”

PESCARA – È stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale e si trova ora in carcere il 37enne che ieri pomeriggio, a Pescara, ha travolto e ucciso una donna di 43 anni in sella alla sua bici elettrica. L’uomo, al momento dell’incidente, era ubriaco, senza patente e già sottoposto agli arresti domiciliari. Dopo lo schianto, si sarebbe dato alla fuga ma è stato rapidamente rintracciato e bloccato dalla Polizia locale.

La vittima è Valeria Di Lorenzo, 43 anni, residente a Pescara. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo alla guida di una Mercedes Classe A avrebbe sorpassato altri veicoli che si erano fermati per far passare la donna sull’attraversamento ciclopedonale. L’impatto è stato devastante: la ciclista ha sfondato il parabrezza, morendo sul colpo, mentre la bicicletta è stata ritrovata a diversi metri di distanza, completamente distrutta.

Sono in corso gli esami tossicologici per verificare se l’uomo fosse anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Intanto, la Polizia locale sta visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti.

Sull’episodio è intervenuto anche il sindaco di Pescara, Carlo Masci, esprimendo cordoglio in una nota ufficiale: «Pescara piange un’altra giovane vita, una donna strappata ai suoi affetti, alla sua famiglia mentre si spostava sulle strade della nostra città. Ancor di più la piangono i familiari, gli amici, a cui va la nostra vicinanza e il nostro cordoglio. È una morte inaccettabile, sulle cui cause e responsabilità sta lavorando chi è deputato a farlo, ma che dovrebbe spingere tutti ad una riflessione sul rispetto del Codice della strada, che è inderogabile, e al rispetto per la vita propria e per quella degli altri, altrettanto inderogabile. Mi sento in dovere di chiedere questo rispetto per le regole e per la comunità a tutti, dagli automobilisti, ai motociclisti, ai conducenti di camion e di autobus, ai pedoni, ai ciclisti, a chi usa i monopattini, e in particolare penso a coloro che spesso appaiono disattenti, distratti se non ‘altrove’ con la testa, che smanettano con il telefonino o che addirittura si infuriano con gli altri utenti della strada fino ad urlare e discutere. Di fronte a queste tragedie, di fronte alla morte, si resta sbigottiti e si pensa che in effetti bisognerebbe usare maggiore prudenza sulle strade. Ma queste riflessioni vanno fatte non solo oggi, non solo dopo una tragedia, bensì ogni volta che ci si mette alla guida, ogni volta che si pigia troppo sull’acceleratore, che si usa il telefonino ‘per un messaggino’ o per uno ‘squillo al volo’ mentre si è  alla guida. Ci si dovrebbe pensare ogni volta che si commette una infrazione o che ci si mette al volante senza essere pienamente lucidi. È un dovere, lo dobbiamo a tutti coloro che non ci sono più, a tutte le vittime della strada, perché non è assolutamente accettabile che questa tristissima lista diventi sempre più corposa».

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