Caso “paziente omosex”. La ASL di Pescara: “Informazione inserita con il consenso del paziente”

29 Settembre 2025
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La ASL di Pescara risponde con una nota ufficiale alla segnalazione: nessuna violazione della privacy, nessun dato sensibile divulgato e nessuna discriminazione. L’informazione, inserita con il consenso del paziente, è ritenuta clinicamente rilevante per valutare eventuali profilassi

PESCARA – Dopo le polemiche emerse a seguito della segnalazione pubblica di un paziente circa la presenza della dicitura “paziente omosex” in un referto medico, la ASL di Pescara interviene con una nota ufficiale per smentire qualsiasi violazione della privacy e ribadire la correttezza dell’operato del personale sanitario coinvolto.

Il caso è legato a una prima visita ambulatoriale effettuata presso il reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale “Santo Spirito”, nella giornata di venerdì 26 settembre. La frase contestata, secondo quanto riportato inizialmente dal paziente, sarebbe stata pronunciata ad alta voce e inserita nel documento clinico, generando in lui un senso di umiliazione e discriminazione.

La notazione, puntualizza la ASL, non compare né negli atti di accettazione né nella documentazione interna del ricovero in day hospital, che costituisce la base per l’accesso alle cure e la comunicazione tra i reparti. L’annotazione è stata inserita nel referto a seguito di esplicito consenso fornito dal paziente durante la visita ambulatoriale del 26 settembre, con l’obiettivo di valutare eventuali misure di prevenzione, come la profilassi pre-esposizione (PrEP), anche a favore del compagno del paziente.

«Si tratta di un dato anamnestico con rilievo epidemiologico – sottolinea l’Azienda – utile per il corretto inquadramento del rischio di trasmissione di patologie sessualmente trasmesse e per eventuali interventi preventivi. Il consenso a tale notazione è stato richiesto in maniera esplicita, ottenuto verbalmente alla presenza di testimoni, che possono confermare le circostanze».

La Direzione della ASL respinge con fermezza «ogni ipotesi di discriminazione o violazione della privacy», giudicando “ingiustificata” la rappresentazione mediatica dell’accaduto, che rischia di ledere l’immagine dell’Azienda e la professionalità degli operatori sanitari.

Il dottor Giustino Parruti, Direttore della UOC Malattie Infettive della ASL di Pescara, ha commentato: «L’unico obiettivo dei nostri operatori è garantire percorsi di diagnosi e cura accurati, tempestivi e rispettosi della persona. Parlare di violazione della privacy o di discriminazione è del tutto improprio: il documento in questione resta strettamente riservato e non ha alcuna ricaduta sugli atti clinici successivi. Pieno supporto alla collega, che ha garantito un assoluto rispetto della privacy ed una connessione al percorso di cura opportuno in tempi record».

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