Carbone (Spazio Liberale): “La medicina di base non sia il capro espiatorio dei bilanci sanitari”

24 Settembre 2025
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Alessandro Carbone di Spazio Liberale interviene sulle difficolta legate alla medicina di base prendendo spunto dalla manifestazione della FIMMG

Il fondatore di Spazio Liberale per Chieti interviene con un appello forte e articolato: “Serve un tavolo permanente con i medici di medicina generale, basta logiche punitive. La Regione ascolti chi ogni giorno cura il territorio”

CHIETI — “La medicina di base non può diventare il capro espiatorio dei bilanci sanitari. È, al contrario, un punto di equilibrio fondamentale per il nostro sistema sanitario.” Con queste parole, Alessandro Carbone, fondatore di Spazio Liberale per Chieti, interviene nel dibattito sulla crisi della medicina territoriale, chiedendo alla Regione Abruzzo e alla ASL un cambio di rotta netto: confronto, rispetto, responsabilità.

Il suo intervento arriva all’indomani della protesta dei medici di medicina generale, che a Chieti hanno simbolicamente restituito i camici alla direzione sanitaria. Ma Carbone guarda oltre il gesto, puntando il dito contro un sistema che, a suo dire, “mina il rapporto tra medico e paziente e rende sempre più difficile attrarre giovani medici verso la professione”.

“Quegli stessi medici si trovano oggi a dover rispondere a contestazioni retroattive sulle prescrizioni farmaceutiche del 2023, in un clima che sembra più orientato al controllo punitivo che al confronto costruttivo. Parliamo di oltre il 50% dei medici della provincia convocati per chiarimenti” denuncia Carbone. “Si continua a colpire con tagli economici, lettere formali, segni meno a fine mese. Tutto questo non è solo ingiusto verso chi lavora, ma mina la fiducia e la sostenibilità del sistema.”

Nel suo appello, Carbone chiede alla Regione di avviare un tavolo permanente con i medici di medicina generale per rinnovare l’accordo integrativo regionale, fermo al 2006. “Ci dovrebbe essere un confronto serio e trasparente con l’ASL, basato su dati oggettivi e non su logiche sanzionatorie. Serve un piano concreto per rilanciare la medicina territoriale, oggi troppo spesso trascurata, in preda alla burocrazia ma cruciale per la salute pubblica.”

La proposta è chiara: sospendere le contestazioni prescrittive retroattive e attivare un audit congiunto tra ASL e medici, fondato su formazione e dialogo. “È necessario agire con responsabilità, al fianco di chi ogni giorno svolge un lavoro essenziale per la nostra comunità.”

“Il gesto di oggi forte, simbolico e dignitoso non è una rinuncia, ma un grido d’allarme: i nostri medici non vogliono smettere di curare, ma chiedono di poterlo fare con rispetto, dignità e ascolto” conclude Carbone.

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