Sante Marie, dal grigio del cemento al colore dei murales: il rione popolare diventa museo a cielo aperto

9 Settembre 2025
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Uno dei nuovi murales realizzati a Sante Marie sulle case di edilizia residenziale pubblica: colori vivaci e figure simboliche trasformano le facciate in opere d’arte

Le case popolari di Sante Marie, in provincia dell’Aquila, trasformate in tele colorate dagli artisti del festival “Floreo Altum Sanctae Mariae”. Un intero rione cambia volto e diventa simbolo di rigenerazione urbana

SANTE MARIE – Un intero quartiere popolare cambia volto, passando dal grigio del cemento alle tonalità sgargianti dei murales. È accaduto a Sante Marie, in provincia dell’Aquila, dove le abitazioni gestite dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale (Ater), all’ingresso del paese, sono state trasformate in un museo a cielo aperto. A firmare le opere sono stati numerosi artisti che hanno animato l’edizione del festival “Floreo Altum Sanctae Mariae”, dedicata quest’anno alla rigenerazione urbana in chiave artistica.

Per una settimana street artist e writer italiani e stranieri hanno lavorato sulle facciate delle case, portando colore, simboli identitari e memoria collettiva. Le nuove opere si aggiungono alla “Via dei murales”, che oggi conta oltre novanta interventi disseminati tra il centro storico e le frazioni, e che è diventata uno dei tratti distintivi del paese.

Tra le realizzazioni spiccano il murale dedicato al Cammino dei Briganti firmato da Sara Aceti, Atma Tazzari e Rachele Foschi; l’opera di Pixa, artista di fama internazionale, che celebra le donne e il loro ruolo nell’agricoltura; il lavoro di Linkhg sull’antico acquedotto; i fiori di zafferano dipinti dallo spagnolo Dani Tavolino. Non sono mancati contributi locali, come quelli di Antonella D’Angelo, Emanuele De Angelis e Graziella Gagliardi. Una “Faggeta vetusta” lunga oltre 15 metri è stata realizzata da Annalisa Lucarelli e Barbara De Zanet, mentre l’artista bolognese Hazkj ha dedicato un’opera di dieci metri all’80° anniversario della Resistenza.

Il progetto ha coinvolto da vicino anche i cittadini: tante famiglie, giovani e bambini, hanno seguito giorno dopo giorno i lavori, trasformando il quartiere in un laboratorio di socialità.

“Questo progetto non è fine a se stesso – ha commentato il sindaco Lorenzo Berardinetti –. La sua valenza sociale è fortissima: l’arte diventa un ponte tra le persone, riqualifica gli spazi e rafforza il senso di comunità. Ancora una volta il festival dimostra che la bellezza può essere un motore di cambiamento e di rinascita”.

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