Convitto Delfico di Teramo, la Provincia verso la richiesta di dissequestro

9 Settembre 2025
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D’Angelo: “Documentazione completa". La relazione tecnica conferma la sicurezza statica, mentre resta la necessità di futuri interventi antisismici già finanziati

D’Angelo: “Documentazione completa”. La relazione tecnica conferma la sicurezza statica, mentre resta la necessità di futuri interventi antisismici già finanziati

TERAMO – La Provincia di Teramo presenterà l’istanza di dissequestro del Convitto Delfico sulla base della relazione dell’ATI Project, che ha portato a un livello di conoscenza LC3, e dei calcoli del consulente tecnico, l’ingegnere Alfonso Marcozzi. L’incarico è stato affidato all’avvocato Gennaro Lettieri, che segue la vicenda fin dal sequestro disposto dalla magistratura il 3 ottobre 2024.

La questione è stata al centro di una conferenza stampa in cui sono state ripercorse le tappe principali di una vicenda complessa. Dopo il sequestro dell’edificio di Piazza Dante, Convitto e Licei sono stati delocalizzati nella zona della Cona e in parte nell’ex Consorzio Agrario, con la realizzazione di un campus dotato di mensa, dormitorio, aree studio e la riqualificazione delle scuole Pascal e Comi-Forti, che ha consentito di recuperare ulteriori 43 aule. Una soluzione che ha garantito agli studenti di avere spazi adeguati già dal 15 settembre, indipendentemente dall’esito dell’istanza di dissequestro.

“Abbiamo operato in condizioni difficili ma con la massima responsabilità – ha dichiarato il presidente della Provincia, Camillo D’Angelo –. La nostra richiesta si basa su una documentazione solida e completa. Il livello LC3 ha richiesto centinaia di prove e non abbiamo lasciato nulla al caso. Non spetta a noi decidere, ma in questi mesi abbiamo adempiuto al nostro dovere costruendo in tempi record un campus per accogliere studenti e personale, garantendo dignità e sicurezza a circa 1200 persone. Ora sarà un giudice terzo a valutare l’istanza”.

Il lavoro dell’ATI Project, come spiegato dal dirigente Francesco Ranieri, responsabile unico del progetto, è stato integrato dalle verifiche dell’ingegnere Marcozzi. L’analisi ha dimostrato che l’edificio è staticamente sicuro e non presenta pericoli immediati. L’indice globale di sicurezza statica è risultato positivo, 1,09. L’indice di vulnerabilità sismica, pari a 0,43, è inferiore al valore-obiettivo previsto in caso di interventi di miglioramento, ma non comporta rischi di inagibilità.

Sono state effettuate oltre 300 prove, tra cui martinetti piatti, carotaggi, analisi su acciaio e murature, oltre a rilievi laser scanner e fotogrammetrici. È stato raggiunto il livello di conoscenza massimo per le murature e LC2 per calcestruzzo armato e acciaio. Le analisi sperimentali hanno confermato l’affidabilità dei modelli teorici con scarti entro il 10%.

L’edificio, dunque, presenta condizioni statiche soddisfacenti e una vulnerabilità sismica che impone un futuro intervento di miglioramento antisismico, già previsto e finanziato con fondi sisma 2026 per oltre 18 milioni di euro. Non emergono invece criticità tali da impedirne l’uso attuale.

Parallelamente, proseguono i lavori al campus della Cona: sono in fase di completamento le strutture per mensa, dormitorio, segreterie e aree studio, mentre le aree esterne sono state riqualificate con spazi per l’attività fisica che potranno essere utilizzati anche dagli studenti del Pascal e del Comi-Forti.

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