Il responsabile provinciale delle Attività Produttive della Lega Pescara, Hermo D’Astolfo, propone un piano strategico per valorizzare il terziario lungo la costa abruzzese. “Un’opportunità da trasformare in visione: collegamenti, turismo e servizi avanzati per una città estesa e moderna”
PESCARA – Un balzo del 3,6% in un solo anno nelle preferenze dei milanesi per l’acquisto di seconde case lungo la costa adriatica. Un dato che, secondo Hermo D’Astolfo, responsabile del Dipartimento provinciale Attività Produttive della Lega Pescara, non è solo una curiosità di costume, ma “un segnale politico ed economico di enorme importanza”.
“Le preferenze dei milanesi per una seconda casa lungo la costa adriatica sono cresciute in un solo anno dal 6,1% al 9,7%”, sottolinea D’Astolfo. “E questo non è soltanto un dato di costume, ma è un segnale politico ed economico di enorme importanza. Un balzo così marcato trova una spiegazione nei collegamenti ferroviari lungo la dorsale adriatica che stanno finalmente rendendo accessibili aree considerate finora periferiche. E oggi, più che mai, dobbiamo trasformare questa opportunità in strategia”.
La proposta è chiara: un piano urbanistico del terziario costiero, uno strumento innovativo per pianificare lo sviluppo economico e territoriale della Nuova Pescara e dell’intero asse adriatico abruzzese. “Dobbiamo pensare in grande. La Nuova Pescara non può fermarsi ai confini amministrativi dei tre comuni coinvolti, ma deve guardare alla costa come a un’unica piattaforma economica estesa da Ortona fino a Silvi”, afferma D’Astolfo.
Il motore di questa trasformazione, secondo l’ex Commissario regionale per lo sviluppo industriale dell’area Chieti-Pescara, deve essere il terziario legato al turismo e ai servizi avanzati. “Abbiamo una linea ferroviaria adriatica e un aeroporto in crescita – sottolinea –, serve ora un salto di qualità urbanistico, capace di facilitare investimenti, costruire strutture ricettive, promuovere l’innovazione e colmare le lacune strutturali delle nostre imprese”.
Il piano, ispirato al modello del vecchio PTAP (Piano Territoriale delle Attività Produttive), dovrebbe affrontare nodi storici come la carenza di investitori locali forti, la debole propensione all’innovazione, la scarsa internazionalizzazione e la necessità di formare capitale umano qualificato. “Oggi questi elementi rappresentano un freno allo sviluppo del turismo evoluto, quello capace di attrarre non solo famiglie nei fine settimana, ma anche visitatori di fascia medio-alta per periodi più lunghi, generando ricchezza reale sul territorio”.
D’Astolfo insiste sulla necessità di costruire un’offerta di servizi in grado di soddisfare la domanda europea, puntando su consulenza, logistica, cultura e digitalizzazione: “i pilastri del terziario avanzato”.
“La Nuova Pescara non può nascere senza un metodo. E il metodo è questo: pianificare con visione integrata, coordinare interventi tra Comuni, Regione e operatori economici, elaborando un vero e proprio piano urbanistico del terziario costiero. Solo così possiamo parlare di una vera città estesa, moderna, attrattiva, europea”, conclude.