Si apre lo scontro politico che evidenzia il nodo tra la vocazione universitaria dell’edificio e le difficoltà gestionali, con l’alternativa di destinare parte della struttura al Chieti Calcio
CHIETI – La Casa dello Studente di via Gran Sasso a Chieti, di proprietà dell’Ater, inaugurata nel febbraio 2024 dopo decenni di attese e oltre 5 milioni di euro di investimenti, è ancora oggi inutilizzata. Una struttura moderna, accessibile, dotata di 49 posti letto e spazi comuni, rimasta però ferma per i costi di gestione ritenuti troppo alti, lo scarso interesse manifestato dagli studenti e le difficoltà a individuare un gestore stabile.
Negli ultimi giorni l’ipotesi di una parziale riconversione dell’immobile – con un utilizzo alternativo da parte del Chieti Calcio – ha acceso un duro confronto politico. La Regione ha infatti autorizzato solo un cambio parziale della destinazione d’uso, limitato a 18 posti letto, mentre resta irrisolto il nodo su come aprire la residenza universitaria e renderla sostenibile economicamente.
Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, ha chiesto chiarezza sul futuro dello studentato: “Sul futuro della struttura di via Gran Sasso serve una maggiore condivisione degli intenti, affinché mantenga l’utilità per cui è attesa da così tanti anni e risponda alle esigenze di una città universitaria. Per tale ragione ho presentato due richieste sul tema: una di accesso agli atti al fine di capire a che livello è la mediazione con i privati di cui si è appreso a mezzo stampa per destinarla ad altri scopi e se tale mediazione è possibile vista la speciale natura dell’edificio. L’altra richiesta sarà invece rivolta alla Commissione regionale vigilanza presieduta dal collega Sandro Mariani, una volta avute le carte, perché si occupi dell’argomento, chiamando in audizione sia l’Ater, sia la società del Chieti Calcio, il Dipartimento Opere Pubbliche, sia il rettore e l’Adsu, entità universitarie che sono state lasciate evidentemente in disparte dai soggetti trattanti, nonché il Comune, perché sia informato delle scelte su una struttura capace di rivitalizzare quella parte di città.”
Dalla maggioranza arriva la replica di Fratelli d’Italia, con Carla Di Biase che difende l’operato della Regione e dell’Ater e invita a superare le contrapposizioni: “Inutile e pretestuosa la polemica alimentata in questi giorni per un eventuale apertura dell’immobile Ater di Viale Gran Sasso a scelte alternative e/o complementari allo studentato. La Governance dell’Ater e della Regione, entrambe a guida FDI, hanno dimostrato negli anni un interesse per un immobile che giaceva incompiuto da 32 anni, rendendolo a norma, fruibile e funzionale con finanziamenti per 700mila euro, riguardanti l’efficientamento energetico, sismico e l’arredo.” Di Biase ricorda i dati che mettono in discussione la sostenibilità della destinazione esclusiva a studentato: “L’intento, rinnovato il giorno dell’inaugurazione, di adibirlo a studentato, con una parte interamente dedicata ai disabili, si è scontrato di fronte alle tante criticità: prima tra tutte le sette manifestazioni di interesse rispetto ai 49 posti letto e alle 100mila euro di spese fisse. Dati preoccupanti e allarmanti, ribaditi fino ad oggi dal Rettore Stuppia, rispetto ai quali la politica tutta dovrebbe fare una riflessione seria e analitica.”
La consigliera FDI sottolinea infine l’urgenza di una visione pragmatica: “Il bisogno della città, soprattutto nella parte alta, è quello di rendere vivi e fruibili immobili che altrimenti sono destinati a rimanere contenitori vuoti e depauperati. Bisogna pensare a tutte le soluzioni che la Regione può autorizzare in modifica o deroga parziale dell’immobile. Sono certa che il presidente Tavani, insieme all’ADSU, abbia previsto una soluzione che permetta una riapertura parziale anche per gli studenti. Questa inversione culturale e di metodo costituirà una politica del fare che porterà ad azioni concordate per rianimare tutte le parti della città.”