Altri dettagli creano i contorni della vicenda di ieri che ha registrato la violenza ai danni di un’infermiera: c’era stata un’altra aggressione prima
TERAMO – Il carcere di Castrogno, a Teramo, torna al centro delle cronache per una serie di episodi che hanno riacceso l’attenzione sulle criticità dell’istituto. Secondo quanto riportato da Giuseppe Pallini, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, nella giornata di ieri una giovane detenuta italiana ha dato in escandescenze dopo il rifiuto del fidanzato – anche lui recluso a Castrogno – di incontrarla in colloquio interno. La donna ha preteso di essere subito trasferita in un altro carcere e, di fronte al tentativo degli agenti di riportarla alla calma, ha iniziato a insultare, minacciare e aggredire il personale di servizio.
La situazione è degenerata ulteriormente nel pomeriggio, quando la detenuta ha colpito senza alcuna motivazione un’infermiera, sferrandole schiaffi e graffi. Nel tentativo di bloccarla, due agenti di polizia penitenziaria sono rimaste ferite, riportando varie escoriazioni.
Pallini ha espresso “solidarietà e vicinanza del SAPPE alle colleghe e all’infermiera vittime della vile aggressione, con l’augurio di una pronta guarigione”. Lo stesso sindacalista ha inoltre reso noto che, sempre nelle ultime ore, il personale di Castrogno ha sventato un tentativo di introdurre tre telefoni cellulari all’interno del carcere tramite pacchi postali, scoperti grazie all’attenzione e allo scrupolo degli agenti.
“Questi episodi – ha sottolineato Pallini – confermano la gravità della situazione. Siamo preoccupati dall’alto numero di eventi critici che si registrano quotidianamente e dall’assenza di provvedimenti efficaci contro chi si rende responsabile di violenze inaccettabili. Ciò rischia di generare un pericoloso effetto emulazione tra i detenuti”.
Il sindacalista ha poi ricordato come aggressioni, colluttazioni, risse, atti di autolesionismo e tentativi di suicidio siano ormai all’ordine del giorno nell’istituto teramano. “Servono interventi urgenti e strutturali – ha ribadito – a partire dal nodo del sovraffollamento: oggi Castrogno ospita 205 detenuti oltre la capienza regolamentare, con un tasso di affollamento pari all’85%, che lo colloca tra i penitenziari più sovraffollati d’Italia. A questo si aggiunge una carenza di organico di 70 agenti”.
Da qui l’appello del SAPPE a un “ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere”. Pallini ha infine precisato: “Non servono indulti o amnistie, ma maggiore severità contro chi aggredisce e offende il personale penitenziario e sanitario”.