La Provincia dell’Aquila e l’Unione dei Comuni montagna aquilana hanno sottoscritto un accordo per la definizione del nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale. Obiettivo: coniugare le esigenze delle realtà locali a una visione strategica condivisa
L’AQUILA – Tutelare ambiente e paesaggio, favorire lo sviluppo economico delle filiere agricole, artigianali e turistiche, e contrastare lo spopolamento dei territori montani: sono questi i principali obiettivi al centro del nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) che la Provincia dell’Aquila avvierà insieme all’Unione dei Comuni Montagna Aquilana. L’accordo è stato siglato al fine di coniugare le esigenze delle realtà locali a una visione strategica condivisa dell’intero territorio.
“Non si tratta di elaborare un documento tecnico – ha affermato il presidente della Provincia, Angelo Caruso – ma di costruire un progetto condiviso che sappia interpretare le esigenze reali del nostro territorio, valorizzandone allo stesso tempo peculiarità e bisogni”.
L’Unione dei Comuni avrà il compito di fare da raccordo tra le amministrazioni, raccogliendo proposte e promuovendo un confronto ampio. “L’accordo rappresenta un passo importante verso una pianificazione territoriale condivisa ma soprattutto partecipata – ha sottolineato Deborah Visconti, presidente dell’Unione. – L’obiettivo è scrivere un Piano strategico che sappia guardare al futuro insieme ai territori”.
La sinergia tra enti punta ad ottenere uno strumento capace di produrre effetti concreti: dal coordinamento dei trasporti scolastici e dei servizi sanitari per i piccoli comuni montani, alla valorizzazione turistica di borghi e aree naturali, fino alla localizzazione condivisa di insediamenti produttivi e artigianali. “La valorizzazione delle risorse ambientali, culturali ed economiche dei territori sarà uno dei punti cardine, con l’obiettivo di promuovere politiche integrate di crescita e sviluppo”, ha ribadito Caruso.
L’esperienza di altre province italiane conferma l’efficacia di strumenti analoghi. A Modena, ad esempio, un percorso partecipativo ha permesso di gestire al meglio il consumo di suolo e rafforzare la tutela del paesaggio. Nel PTCP di Milano sono stati introdotti meccanismi di perequazione e compensazione che hanno permesso di redistribuire una parte dei benefici degli interventi urbanistici anche ai Comuni limitrofi, garantendo maggiore equilibrio tra le diverse aree del territorio. Ravenna ha usato il Piano come raccordo tra Regione ed enti locali, assicurando coerenza tra politiche urbanistiche e sociali.