Il deputato Guerino Testa (FdI) smentisce le narrazioni di crisi: “L’Italia è ai vertici del Mediterraneo, l’Abruzzo tra le regioni più richieste”. Federbalneari: “Non è crollo, ma cambio radicale del modello vacanza”. Numeri e tendenze confermano la trasformazione del turismo italiano
PESCARA – Spiagge semi-deserte nei giorni feriali, immagini virali e titoli allarmistici. Ma dietro la percezione di una crisi turistica, i dati raccontano tutt’altro. L’estate 2025 si conferma tra le più vivaci degli ultimi anni, con oltre 36 milioni di italiani in viaggio e una spesa complessiva che supera i 41 miliardi di euro. A dirlo sono le rilevazioni ufficiali e le analisi di settore, che smentiscono le narrazioni di declino e restituiscono l’immagine di un’Italia turistica in piena trasformazione.
«Altro che spiagge vuote e italiani in crisi: i dati ufficiali confermano che l’estate 2025 è tra le più dinamiche e vitali degli ultimi anni», afferma il deputato abruzzese di Fratelli d’Italia, Guerino Testa. «L’Italia è ai vertici del mercato turistico mediterraneo per competitività dei prezzi e tasso di saturazione delle strutture ricettive. E l’Abruzzo, ancora una volta, si distingue per la sua capacità di offrire un turismo completo, autentico e in crescita».
Secondo Testa, le località montane abruzzesi come Teramo e L’Aquila registrano tassi di saturazione superiori al 53% per Ferragosto, tra i più alti d’Italia. «Il nostro territorio si conferma tra le destinazioni più richieste, con una proposta che va ben oltre il mare: dalle vette del Gran Sasso alle spiagge della Costa dei Trabocchi, dai borghi storici alle città d’arte, passando per parchi nazionali, colline, eventi culturali e gastronomia di eccellenza».
A trainare la crescita anche lo scalo pescarese: «L’aeroporto d’Abruzzo ha già superato i 570.000 passeggeri nei primi sette mesi dell’anno, con una crescita del 19% rispetto al 2024 e del 36% nel mese di luglio. Un risultato frutto di investimenti mirati e di una strategia vincente che ha reso lo scalo competitivo a livello nazionale e internazionale».
Ma se l’Italia cresce, cambia anche il modo di fare vacanza. Lo sottolinea Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia: «Le immagini di stabilimenti balneari semi-deserti nei giorni feriali non raccontano un crollo del turismo, ma piuttosto una trasformazione del modello di vacanza». I flussi si concentrano nei weekend, mentre nei giorni feriali si registra un calo anche in località con tariffe contenute. «Molte persone scelgono la montagna, i laghi, le città d’arte o l’estero. Il mare resta la meta preferita, ma oggi viene vissuto in modo più flessibile e frammentato».
Sul fronte economico, Maurelli evidenzia come l’aumento delle tariffe balneari sia stato contenuto rispetto all’inflazione post-Covid, mentre i costi di gestione sono cresciuti in modo significativo. «Molti imprenditori hanno cercato di non scaricare integralmente gli incrementi sul cliente finale, per preservare la competitività del settore».
Anche il confronto internazionale premia l’Italia: «Una settimana in Grecia o Croazia costa in media 600 euro a persona, mentre per le stesse condizioni in Italia la spesa media è di circa 500 euro», osserva Maurelli. «L’Italia continua a garantire un’offerta di qualità elevatissima, ma serve un confronto strutturale sul piano fiscale per sostenere il settore nel medio e lungo periodo».
Il turismo italiano, insomma, non arretra: si evolve. E l’Abruzzo, come sottolinea Testa, è protagonista di questa trasformazione. «Chi parla di crisi e abbandono, evidentemente, ignora la realtà o preferisce raccontare un’Italia che non esiste. I dati parlano chiaro e il lavoro della Regione Abruzzo, dei suoi operatori e delle istituzioni locali sta dando frutti concreti».