Durante la prima campagna di scavo promossa dal Museo Nazionale d’Abruzzo, emergono importanti reperti tra l’anfiteatro e la domus a peristilio. La direttrice Zalabra: “I dati ci permettono di comprendere meglio la cronologia e le dinamiche tra i due monumenti”
L’AQUILA – Una piccola tomba, contenente i resti scheletrici di un neonato, è emersa dal terreno tra le pietre di Amiternum, l’antica città romana alle porte dell’Aquila. È uno dei ritrovamenti più significativi della prima campagna di scavo promossa dal Museo Nazionale d’Abruzzo (MUNDA), che ha riportato alla luce anche frammenti di pavimenti a mosaico e strutture murarie di fondazione.
Le indagini archeologiche, finanziate dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, si sono concentrate su due aree chiave del Parco Archeologico: l’anfiteatro, risalente alla seconda metà del I secolo d.C., e la cosiddetta “domus a peristilio”, un’abitazione patrizia articolata attorno a una corte rettangolare e decorata con mosaici e intonaci policromi.
Nel corso delle operazioni, condotte con metodi stratigrafici e accompagnate da attività di rilievo, lavaggio e pre-catalogazione dei reperti, sono stati individuati tre ambienti all’interno della domus, due dei quali con pavimentazioni musive. Tra le strutture emerse, anche i muri di fondazione che delineano i confini tra l’anfiteatro e la domus, proprio nell’area dove è stata rinvenuta la sepoltura infantile.
I risultati della campagna sono stati presentati in conferenza stampa al Parco archeologico. “I dati acquisiti – ha dichiarato Federica Zalabra, direttrice del MUNDA – ci permettono di comprendere meglio la cronologia, i rapporti e le dinamiche tra i due monumenti e ci confortano sul fatto che altre future campagne di scavo consentano di avere un quadro completo dei monumenti, estendendo gli scavi e offrendo ai visitatori del Parco la possibilità di visionare quanto scoperto dagli archeologi”.
Il ritrovamento della tomba, in particolare, apre nuove prospettive di studio sulla vita quotidiana e le pratiche funerarie nell’antica Amiternum, aggiungendo un tassello alla ricostruzione storica del sito.