Tensione a Castrogno, esplodono bombolette di gas, i sindacati: «Situazione insostenibile»

22 Giugno 2025
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Per il Sappe l’Abruzzo è diventato la discarica sociale del Lazio: «Detenuti tossicodipendenti mandati tutti qui, nonostante siamo già in esubero»

TERAMO – È tornata l’emergenza nel carcere di Castrogno. Ieri sera i detenuti di una sezione si sono rifiutati di rientrare nelle celle, esplodendo bombolette di gas in segno di protesta. Un gesto che ha tenuto in scacco la struttura per oltre un’ora, prima che la calma tornasse verso le 20.30. A darne notizia è il SAPPE, Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, attraverso il segretario provinciale Giuseppe Pallini, che lancia un’accusa durissima: “L’Abruzzo è diventato la discarica sociale del Lazio”.

Secondo Pallini, alla base della protesta ci sarebbe lo stato di astinenza di alcuni detenuti, effetto collaterale dei ripetuti sequestri di droga messi a segno dagli agenti. Ma il vero problema, come spiega in una nota, è che il Provveditorato penitenziario di Roma continua a inviare a Teramo soggetti violenti e problematici, mentre le richieste di allontanamento avanzate dal personale restano lettera morta.

Castrogno, pensato per ospitare 255 persone, oggi ne contiene 440. All’appello mancano almeno 70 agenti. “Una situazione insostenibile – denuncia Pallini – che nessuno sembra voler affrontare. Non è più tollerabile che l’Abruzzo gestisca i problemi di altre Regioni nel silenzio delle istituzioni”.

Il SAPPE chiede con forza che venga riaperto il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria a Pescara per restituire al territorio autonomia e capacità decisionale. “La Regione è assente – conclude Pallini – mentre i detenuti problematici arrivano da fuori, i numeri crescono, il personale diminuisce. È una bomba a orologeria”.

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