Con il 15% delle schede scrutinate, il candidato del centrodestra Luca Tirabassi risulta nettamente in vantaggio, sfiorando il 56,32% delle preferenze. Il principale sfidante, Angelo Figorilli, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra, si attesta al 32,61%. Deludente, per ora, la performance del polo moderato guidato da Catia Puglielli, ferma al 6,56%. Ultimo Nicola Di Ianni, con il 4,51% dei consensi
SULMONA – Con il 15% delle schede scrutinate, Luca Tirabassi, candidato del centrodestra, è saldamente in testa alle elezioni comunali e potrebbe centrare la vittoria già al primo turno. Finora ha ottenuto il 56,32% dei consensi (1.399 voti), distanziando nettamente il principale sfidante, Angelo Figorilli, fermo al 32,61% (810 voti). Più indietro gli altri due contendenti: Catia Puglielli, candidata del polo centrista, con il 6,56% (163 voti), e Nicola Di Ianni, ultimo con il 4,51% (112 voti).
A correre per la guida di Palazzo San Francesco sono quattro candidati, sostenuti complessivamente da 15 liste e 232 aspiranti consiglieri. Tirabassi, 54 anni, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona, è sostenuto da sei liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Sulmona al Centro e Udc. Figorilli, giornalista Rai di 68 anni, guida la coalizione di centrosinistra con il supporto di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sbic, Sulmona Città Futura e Alleanza Verdi-Sinistra.
Puglielli, avvocata e presidente del Tribunale per i Diritti del Malato, è sostenuta da tre liste civiche: Convenzione Democratica, La Sulmona che Vogliamo e Puglielli Sindaco. Di Ianni, docente 49enne, ha corso con la sola lista “Metamorfosi”, dopo la rottura con l’ex sindaco Bruno Di Masci.
L’affluenza definitiva si è fermata al 59,58%, con 12.836 votanti su circa 22.500 aventi diritto. Un calo di 3,77 punti percentuali rispetto al primo turno del 2021, quando si recò alle urne il 63,35% degli elettori. In termini assoluti, circa mille votanti in meno. Il dato di Sulmona è anche inferiore rispetto alla media regionale, che si è attestata al 62,14%, confermando una tendenza ormai strutturale alla disaffezione elettorale.