Droga a Pescara e Montesilvano: arrestata una coppia, sequestrati oltre 160 mila euro in contanti

6 Maggio 2025
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Blitz della Squadra Mobile: in due appartamenti trovati cocaina, hashish, eroina e migliaia di euro in contanti nascosti in una cassaforte


PESCARA – Continuano senza sosta i controlli antidroga della Polizia di Stato nel pescarese, che negli ultimi giorni hanno eseguito importanti attività fra Pescara e Montesilvano. Gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato un uomo di 44 anni e una donna di 43 di Pescara, trovati in possesso di diverse sostanze stupefacenti nella loro abitazione. Gli investigatori seguivano da tempo i movimenti dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati agli stupefacenti. Pedinandolo, lo hanno notato mentre, a bordo di un monopattino, si incontrava con più persone in atteggiamenti sospetti. Fermato per un controllo, è stato trovato in possesso di due dosi di cocaina. A quel punto è scattata la perquisizione domiciliare. Nell’appartamento, la compagna del 44enne è stata sorpresa mentre confezionava altre dosi di cocaina e crack. Oltre a materiale da taglio e un bilancino di precisione, la polizia ha sequestrato 33 grammi di cocaina/crack, 34,3 di hashish e 0,2 di eroina. Per entrambi sono scattate le manette con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio.

In una seconda operazione, a Montesilvano, è stato sequestrato un ingente quantitativo di denaro contante, ritenuto proveniente dell’attività di spaccio, nell’abitazione di una donna con precedenti specifici per reati legati alla droga. Pur non trovando sostanze stupefacenti, gli investigatori hanno scoperto 162.600 euro in contanti, suddivisi in cinque plichi sigillati, nascosti all’interno di una cassaforte a muro, celata dietro un armadio nella camera da letto e di cui la donna non ha saputo giustificare la provenienza. La Procura della Repubblica di Pescara ha richiesto la convalida del sequestro e l’emissione del decreto di sequestro preventivo, poi accolti dal giudice per le indagini preliminari, che ha condiviso l’ipotesi di origine delittuosa del denaro e il rischio concreto di reinvestimento nel traffico di droga.

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