Gissi, violenza al termine della semifinale Under 17: un genitore in ospedale

4 Maggio 2025
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L’aggressione fuori dallo stadio e lo scontro a colpi di comunicati tra le due società. Il Sindaco Di Clemente: “Fatti gravissimi, torniamo immediatamente ai giusti toni”

GISSI – Doveva essere una festa di sport tra ragazzi, si è trasformata in un episodio di cronaca che rischia di lasciare il segno ben oltre il risultato del campo. La semifinale del campionato provinciale Under 17, disputata il primo maggio tra l’Unione Sportiva Gissi e il Sambuceto Calcio, è finita nel caos: al termine dell’incontro, vinto 4-3 dai padroni di casa, un genitore della squadra ospite è finito in ospedale con una prognosi di sette giorni dopo un’aggressione subita all’uscita dallo stadio.

A ricostruire i fatti è stato un comunicato durissimo del Sambuceto in cui la società parla senza mezzi termini di una “caccia al tifoso avversario” da parte di “un branco di almeno dieci persone”, che avrebbe aggredito fisicamente un genitore davanti al chiosco sotto le tribune.

Il Sambuceto calcio ha parlato di «branco di tifosi composto da almeno 10 elementi», e si riserva «di attivare eventuali azioni penali a carico di personaggi che non hanno niente a che vedere con lo sport, specie se si tratta di partite di ragazzi». La replica dell’U.S. Gissi è arrivata con altrettanta durezza. Il direttore sportivo Maurizio Iagnello ha rigettato ogni accusa e annunciato a sua volta querele per diffamazione: “Fatti falsi e montati ad arte. Il padre finito in ospedale è stato lui a scatenare la situazione. Anche un nostro ragazzo è finito in ospedale con dei graffi. Se loro fanno un comunicato, noi risponderemo con due denunce”.

In questo clima avvelenato interviene con toni di assoluta fermezza il sindaco di San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente, che ha espresso solidarietà alla società di calcio e ha lanciato un appello al ritorno alla civiltà: “Apprendo con dispiacere la notizia. Se confermati, i fatti sono gravissimi. Il calcio, soprattutto quello giovanile, dev’essere un’occasione di crescita e confronto, non un’arena di scontro tra adulti. I ragazzi meritano rispetto, e con loro gli arbitri, le famiglie, i dirigenti. Chi si rende protagonista di atti violenti non rappresenta lo sport, né la nostra comunità. Mi unisco alla condanna espressa dalle società e auspico che si faccia piena luce sull’accaduto”.

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