Nuove linee guida della Società Europea di Cardiologia ampliano platea da attenzionare
ROMA – In Italia, circa 25-28 milioni di persone sono affette da ipertensione o pre-ipertensione. Le nuove linee guida della Società Europea di Cardiologia (Esc) hanno introdotto la categoria “a pressione elevata”, che rappresenta il 17% della popolazione, portando così la platea da attenzionare a circa la metà degli italiani. Questo tema sarà al centro di una sessione del 125° congresso della Società Italiana di Medicina Interna (Simi), che si terrà a Rimini dall’11 al 13 ottobre.
Gli ipertesi, secondo le nuove linee guida, sono coloro che presentano una pressione di 140/90 mmHg o superiore, rappresentando un italiano su tre. “Su questo punto non ci sono grandi novità”, spiega Giovambattista Desideri, segretario della Simi. “Al di sopra di questi valori, è indicato il trattamento, sia non farmacologico che farmacologico”. I soggetti con pressione inferiore a 120/70 rientrano nella categoria “normale” e non necessitano di trattamento, anche se è consigliabile un controllo ogni 2-3 anni.
La categoria “a pressione elevata” include coloro che hanno una pressione sistolica tra 120-139 mmHg e una diastolica tra 70-89 mmHg. Le nuove linee guida puntano a un trattamento intensivo con l’obiettivo di raggiungere una pressione di 120 mmHg, secondo il criterio Alara (“As low as reasonably achievable”). Ridurre la pressione sistolica di 10 mmHg (o la diastolica di 5 mmHg) può diminuire il rischio di ictus del 40% e quello di infarto e patologie coronariche del 20-25%.
“L’ipertensione non è mai un fenomeno ‘on-off’, ma un parametro biologico con una relazione lineare e continua con gli eventi cardiologici”, sottolinea Desideri. Pertanto, è necessario monitorare e, se necessario, trattare i pazienti con un profilo di rischio cardiovascolare aumentato, anche se non rientrano nella categoria degli ipertesi. Questo include pazienti con diabete, dislipidemia, sovrappeso/obesità, insufficienza renale, pregresso infarto, o altre condizioni. Per semplificare la vita dei pazienti e migliorare l’aderenza terapeutica, Desideri conclude che sono necessarie associazioni di farmaci pre-costituite, come “una pillola che contiene due o tre principi attivi”.