Il comitato “Free Anan” denuncia un nuovo episodio nel carcere di Melfi: Yaeesh si sarebbe ferito per protesta contro una gestione ritenuta punitiva. Contestata la mancata consegna di effetti personali
MELFI – Continua a crescere la tensione intorno alla vicenda di Anan Yaeesh, il giovane palestinese detenuto a Melfi (Potenza) e attualmente a processo all’Aquila con l’accusa di terrorismo internazionale. Il comitato spontaneo Free Anan ha infatti denunciato un nuovo episodio avvenuto ieri all’interno dell’istituto penitenziario lucano: secondo quanto riferito dal gruppo, il detenuto si sarebbe ferito volontariamente come gesto di protesta contro quella che definisce una gestione “punitiva” da parte della direzione del carcere.
Nel comunicato diffuso dal comitato si ricorda che l’autorità giudiziaria dell’Aquila aveva riconosciuto ad Anan una serie di diritti basilari, da tradurre in misure concrete durante la detenzione. Misure che – sempre secondo il gruppo – sarebbero state in parte garantite nella casa circondariale di Terni, ma non a Melfi, dove al detenuto verrebbe ancora negato l’accesso ad alcuni effetti personali regolarmente trasferiti dopo il cambio di struttura.
L’organizzazione contesta inoltre il trasferimento del detenuto a centinaia di chilometri dal capoluogo abruzzese, deciso mentre il processo è ancora in corso. Una scelta ritenuta di natura punitiva e tale da rendere più complesso il confronto periodico con i legali, creando così un ostacolo al diritto alla difesa.
Nel documento, il comitato Free Anan attribuisce la responsabilità delle presunte violazioni alle autorità penitenziarie, al ministero della Giustizia e al governo, chiedendo il pieno ripristino dei diritti riconosciuti dal Tribunale.
Per questo, nel pomeriggio è stato annunciato un presidio davanti al carcere di Melfi. In vista dell’udienza fissata il 21 novembre all’Aquila, il comitato organizzerà una nuova mobilitazione e invita alla partecipazione. Nelle ultime ore, via social, è arrivata anche la solidarietà di Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu.