Marelli Sulmona, il tavolo nazionale non scioglie i nodi sulla vertenza. Magnacca: “Investire seriamente nello stabilimento”

21 Ottobre 2025
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Il cancello d’ingresso dello stabilimento Marelli Suspension Systems di Sulmona, al centro della vertenza sindacale.

La procedura di ristrutturazione in corso negli Stati Uniti continuerà fino al 2026. La Regione Abruzzo, al tavolo romano con l’assessore Magnacca, chiede impegni e investimenti per lo stabilimento di Sulmona. Fina e Di Girolamo: “Preoccupazione comprensibile, servono azioni concrete”

SULMONA – Resta sospeso il destino della Marelli di Sulmona, lo stabilimento abruzzese specializzato nella produzione di componentistica per il settore automobilistico. La casa madre ha attivato la procedura per ristrutturare il proprio debito senza dover cessare l’attività.
Un percorso complesso, denominato Chapter 11, che se dovesse concludersi positivamente, potrebbe portare all’uscita dalla procedura entro il primo semestre del 2026 e aprire la strada a una riorganizzazione complessiva dell’azienda.

È quanto emerso, in estrema sintesi, dal tavolo nazionale sulla vertenza Marelli Italia, che si è tenuto a Roma, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive Tiziana Magnacca, del senatore del Pd Michele Fina e della senatrice del Movimento 5 Stelle Gabriella Di Girolamo.

“C’è necessità di attendere che si concluda la procedura in corso negli Stati Uniti che porterebbe, se positiva entro il primo semestre del 2026, all’uscita dalla Chapter 11 – ha spiegato Magnacca –. Nel contempo occorrerà attendere la presentazione da parte di Marelli, nel prossimo gennaio, di un piano di sostenibilità economico-finanziaria, che avrà un respiro di 5 anni e che dovrà essere accompagnato da quello industriale altrettanto lungo, senza dimenticare la necessità di un impegno serio in investimenti per lo stabilimento di Sulmona”.

L’assessore ha ribadito che “al netto dell’impegno convinto di Regione Abruzzo nel sollecitare Stellantis, affinché assuma ogni responsabilità sul futuro di Sulmona, è necessario che Marelli faccia la sua parte attraverso un impegno serio per il sito abruzzese”.

Nel corso dell’incontro, secondo quanto riportato dall’assessore, è stata evidenziata ancora una volta la condizione di monocommittenza di Marelli, dal momento che Stellantis resta praticamente l’unico cliente per i tre stabilimenti italiani.
“Marelli – ha aggiunto – ha riconosciuto il ruolo di moral suasion esercitato dalle istituzioni nei confronti di Stellantis. Sicuramente la situazione è complessa e variabile, legata a un’over capacity che caratterizza la produzione europea e all’aggiornamento dei piani industriali del settore automotive condizionati dalla transizione verde. Regione Abruzzo ha rilevato l’importanza della presenza dei cinque fondi che si apprestano a diventare proprietari del gruppo Marelli al tavolo nazionale, anche per una migliore consapevolezza sugli investimenti che dovranno essere sostenuti in Italia. Ma resta il grande nodo della sostenibilità, della crescita e della stabilità dei sistemi produttivi a livello continentale”.

E ha concluso: “Noi continueremo a rappresentare a Stellantis la sua quota di responsabilità sullo stabilimento di Sulmona, chiedendo ancora una volta ai vertici di portare ad esecuzione gli impegni già presi nel tavolo nazionale del 17 dicembre, in particolare verso l’indotto, e cominciando con l’azienda più grande che è Marelli”.

Di diverso avviso i senatori Michele Fina e Gabriella Di Girolamo, che in una nota congiunta hanno espresso forte preoccupazione per i tempi e criticato aspramente la posizione dell’assessore Magnacca.
Secondo i due parlamentari, le parole dell’assessore “sembrano un tentativo di scaricabarile”, mentre “la situazione richiede un’azione più incisiva da parte della Regione e del Governo”.

“Fino ad allora – scrivono i senatori – sia il piano industriale che le conseguenti prospettive di crescita e mantenimento dei livelli occupazionali restano nebulose. Tutto questo in particolare per lo stabilimento di Sulmona, che è stato dichiarato dall’azienda nel corso dell’incontro non competitivo sul mercato internazionale e, dunque, esclusivamente legato ai destini delle commesse Stellantis”.

Infine, i due parlamentari hanno sottolineato la preoccupazione diffusa tra lavoratori e sindacati: “Saremo ancora per mesi in attesa della procedura negli Stati Uniti, nel mentre la condizione di Stellantis si fa sempre più complessa. Chiediamo pertanto al Governo e alla Regione – hanno concluso – un supplemento di attenzione e di azione affinché i prossimi mesi non siano solo un tempo di sterile attesa degli imprevisti esiti che a maggio prossimo arriveranno da oltreoceano”.

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