Sanità territoriale abruzzese, CGIL: “A nove mesi dalla scadenza nessun progetto completato”

15 Ottobre 2025
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Alessandra tersigni e carmine Ranieri cgil

La CGIL Abruzzo-Molise denuncia ritardi preoccupanti nell’attuazione del PNRR sanitario. Speso solo il 16% dei fondi per le Case della Comunità e il 17% per gli Ospedali di Comunità a 9 mesi dalla scadenza dei termini

PESCARA – A nove mesi dalla scadenza dei termini previsti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la CGIL Abruzzo-Molise lancia l’allarme: la Missione 6 – dedicata alla sanità – è in grave ritardo e il rischio di perdere i fondi europei destinati al potenziamento del sistema sanitario regionale è ormai concreto.

«Non è più un semplice allarme, ma l’ultima chiamata», ha dichiarato Alessandra Tersigni, segretaria CGIL con delega alla sanità, durante la conferenza stampa che si è svolta oggi a Pescara. «Abbiamo nove mesi per concludere dei progetti che in realtà non sono ancora partiti. Ad oggi è stato speso solo il 16% dei fondi per le Case della Comunità e il 17% per gli Ospedali di Comunità. Nessuno dei progetti è stato completato. Serve un’azione immediata e concreta da parte della Regione, delle ASL e delle istituzioni».

Il piano, che prevede 40 Case della Comunità e 11 Ospedali di Comunità in Abruzzo, rischia dunque di rimanere sulla carta. E a confermare le preoccupazioni è anche il segretario generale Carmine Ranieri: «Le Case della Comunità servirebbero a fare prevenzione, diagnostica e a gestire la bassa complessità, contribuendo a decongestionare ospedali e pronto soccorso. È un’opportunità forse unica per una regione già fortemente indebitata per la sanità. Sarebbe assurdo non riuscire a spendere questi fondi».

Sulle responsabilità di questi ritardi, «la colpa è delle ASL – afferma Ranieri – che avevano il compito di redigere i progetti, approvarli, bandire le gare e portare avanti l’attuazione. La Regione Abruzzo ha fatto una programmazione, ha indicato dove e quando queste strutture dovevano essere realizzate, ma le aziende sanitarie non stanno rispettando i tempi. Ed è questo che ci preoccupa profondamente».

La CGIL chiede un’accelerazione immediata dell’iter per “mettere a terra” i progetti e scongiurare un fallimento che avrebbe ricadute pesanti sulla qualità dei servizi sanitari.

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