Pescara, bonus incassati per lavori mai eseguiti: GdF scopre una truffa da 330mila euro

15 Ottobre 2025
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guardia di finanza pescara

La Guardia di Finanza di Pescara ha scoperto una truffa ai danni dello Stato per oltre 330mila euro, legata a crediti d’imposta ottenuti con documentazione falsa per lavori di ristrutturazione mai eseguiti. Coinvolti due società e un professionista

PESCARA – Una truffa da 330mila euro ai danni dello Stato, orchestrata attraverso lavori di ristrutturazione mai eseguiti e documentazione falsa: è quanto hanno scoperto i Finanzieri del Comando Provinciale di Pescara, nell’ambito di un’indagine di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Pescara.

Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, due società e un professionista operanti nel pescarese avrebbero indebitamente beneficiato di crediti d’imposta per lavori che in realtà non sono mai stati eseguiti presso un cantiere situato nella provincia di Roma. I lavori, che rientravano nell’ambito delle agevolazioni edilizie legate anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sarebbero stati rendicontati sulla base di documenti falsi e fatture per operazioni inesistenti, nonché tramite comunicazioni ingannevoli inviate sia all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie) sia all’Agenzia delle Entrate.

Al centro della vicenda vi è un falso stato di avanzamento dei lavori, che attestava il completamento parziale degli interventi. Tuttavia, una perizia tecnica condotta in loco ha confermato che i lavori dichiarati non erano mai stati avviati.

Tra i soggetti coinvolti nella truffa figurano una società edile che avrebbe dovuto realizzare gli interventi, una società di ingegneria e architettura incaricata della progettazione e delle asseverazioni, e un commercialista pescarese, ritenuto responsabile della predisposizione delle false certificazioni fiscali.

L’illecita operazione ha permesso la creazione e la cessione di crediti d’imposta fittizi per un valore complessivo di 330mila euro, successivamente ceduti a terzi (cessionari in buona fede), che rischiavano inconsapevolmente di utilizzarli per compensare imposte dovute.

Su richiesta della Procura, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pescara ha disposto il sequestro dei crediti generati, al fine di bloccarne l’utilizzo e impedire ulteriori danni all’erario pubblico.

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