Il presidente della Commissione Sanità regionale risponde al sindaco: «Scelta la sede di Villa Mosca, progetto avviato e lavori per lotti funzionali. Basta polemiche, avanti con i fatti»
TERAMO – Il presidente della Commissione Sanità della Regione Abruzzo, Paolo Gatti, risponde alle dichiarazioni del sindaco Gianguido D’Alberto sulla realizzazione del nuovo ospedale di Teramo.
«Resto sempre sorpreso – scrive Gatti – quando vengo chiamato in causa dal Sindaco di Teramo che, nella sua veste di massima autorità sanitaria del territorio, mi identifica come principale responsabile della sanità teramana. Lo ringrazio per la nomina, ma torniamo ai fatti».
Gatti spiega che il 24 ottobre la Conferenza Stato-Regioni restituirà i 37,9 milioni di euro che lo Stato, e non la Regione, aveva temporaneamente dirottato altrove. Ricorda inoltre che quei fondi «rischiavano di andare perduti» a causa delle incertezze del Comune: «Per tre anni D’Alberto ha condiviso il progetto per l’ospedale a Piano d’Accio, poi ha rallentato per un anno e mezzo in piena campagna elettorale e si è espresso su Villa Mosca solo dopo la pressione delle opposizioni».
Il presidente della Commissione Sanità sottolinea che oggi, in poco più di un anno, è stata definita la sede di Villa Mosca, completato uno studio tecnico e accumulate risorse per circa 120 milioni di euro, mentre il Comune – afferma – «preferisce agitare i fantasmi di un’opera incompleta».
«Forse si è offeso – aggiunge Gatti – perché ho detto che la lentezza della ricostruzione pubblica a Teramo è un’occasione persa. Ma non possiamo prendere esempio da chi ha impiegato otto anni solo per il progetto di ristrutturazione della sede comunale».
Gatti ribadisce che la Regione continuerà a lavorare per garantire il nuovo ospedale: «Il presidente Marsilio ha già confermato che, se non si dovessero trovare ulteriori canali di finanziamento, si potrà ricorrere a un mutuo regionale. Procederemo per lotti funzionali, come richiesto dal Ministero della Sanità, e non lasceremo milioni fermi per anni come è accaduto a Teramo con tanti edifici pubblici e scuole mai avviati».