Al summit economico di Pescara, il Sottosegretario Fausta Bergamotto lancia l’allarme sull’impatto occupazionale del Green Deal europeo. “Serve una strategia industriale realistica: il mercato dell’elettrico non decolla, il Governo interviene con cassa integrazione e investimenti per rilanciare il settore”
PESCARA – “L’impatto del Green Deal rischia di portare a un esubero di 270.000 posti di lavoro in Europa e circa 70.000 in Italia, non credo che sia una buona cosa”. Con queste parole, Fausta Bergamotto, Sottosegretario di Stato al Ministero delle imprese e del Made in Italy, ha aperto il suo intervento all’Abruzzo Economy Summit, tracciando un quadro critico delle politiche ambientali europee e delle loro ricadute sull’industria nazionale. Un monito che si accompagna a una strategia di rilancio industriale, incentrata su investimenti, transizione tecnologica e attrazione di capitali.
“Quelle che sono le conseguenze della crisi in termini occupazionali le abbiamo viste”, ha spiegato Bergamotto, “ed oggi l’impatto del Green Deal rischia di portare a un esubero di 270.000 posti di lavoro in Europa e circa 70.000 in Italia”. Secondo il Sottosegretario, le scelte compiute a livello europeo hanno generato una crisi di settore “ad ampio raggio”, che impone una riflessione urgente sulle politiche industriali.
Per affrontare la situazione, il Ministero ha aperto un tavolo dedicato all’automotive, con particolare attenzione al gruppo Stellantis. “Nella prima era, mi riferisco all’era Tavares, c’era un piano industriale tutto orientato all’elettrico e abbiamo visto che il mercato dell’elettrico non cresce, non parte, in particolar modo in Italia”, ha osservato Bergamotto. “Oggi invece, nella nuova gestione, già da dicembre dello scorso anno, il CEO Europe Imparato ha siglato al Ministero un patto per l’Italia, assumendo impegni importanti consapevoli del fatto che il 2025 è un anno di transizione”.
Il Governo, ha aggiunto, sta intervenendo “pesantemente con la cassa integrazione cercando di tutelare i posti di lavoro, ma in un’ottica di rilancio”. Un rilancio che passa per nuove piattaforme produttive, 6 miliardi stanziati per la componentistica italiana e 2 miliardi di investimenti diretti. “A inizio 2026 bisognerà cominciare con delle nuove produzioni di auto, non solo ed esclusivamente elettriche, ma anche ibride”.
Parallelamente, l’esecutivo punta a rafforzare l’attrattività del sistema Paese. “Ci stiamo muovendo cercando anche di trovare nuovi investitori”, ha sottolineato Bergamotto. “La stabilità politica ed economica di questo Governo ha permesso e sta permettendo comunque di ottenere dei risultati. Solo nel 2024 abbiamo attratto circa 35 miliardi di investimenti esteri. Prima non veniva nessuno ad investire in Italia, oggi qualcuno si affaccia alla porta e lo fa perché lo ritiene comunque un paese stabile, un paese sicuro. La stabilità politica su questo incide tantissimo”.