Sotto accusa anche il comandante e il suo vice per aver occultato i malfunzionamenti del dispositivo che ha generato incassi per oltre un milione di euro
FRANCAVILLA AL MARE – Per anni, ha terrorizzato gli automobilisti che percorrevano le gallerie di Francavilla al Mare, macinando multe per eccessi di velocità inesistenti, pur contribuendo ad una consistente diminuzione degli incidenti sulla variante. Un sistema, quello delle contravvenzioni degli autovelox, fruttato oltre 1,2 milioni di euro in sanzioni tra il 2019 e il 2023, ora sotto inchiesta della Procura di Chieti. Al centro dell’inchiesta, c’è lo Speed scout, un autovelox che, secondo l’accusa, era sistematicamente guasto e i cui malfunzionamenti sarebbero stati occultati attraverso una serie di procedure falsificate. La procura di Chieti, diretta da Giampiero Di Florio, ha puntato i riflettori su un sistema perverso in cui le multe venivano emesse senza che le violazioni fossero mai avvenute.
Tra gli indagati, spicca il nome del comandante della polizia locale, Fabio Torrese, per il quale il pubblico ministero aveva inizialmente proposto l’archiviazione. Una decisione ribaltata dal giudice per le indagini preliminari, che ha invece disposto di procedere per accuse pesantissime: “falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale” e “occultamento di atti veri”.
Il 26 novembre dovranno presentarsi davanti al giudice per l’udienza preliminare anche il suo vice, Giustino Tancredi, e gli agenti Elisa Sbaraglia, Cinzia Gattone, Stefania Montebello e Carlo Del Gatto. Potranno costituirsi parte civile sia il Comune di Francavilla che Fabio Di Nardo, il camionista che ha dato il via a tutta l’indagine.