Il segretario di Stato vaticano all’Aquila per la 731ª Perdonanza Celestiniana: “Il messaggio di Celestino V è più che mai attuale in un mondo segnato dai conflitti. La Porta Santa segno di riconciliazione e speranza”
L’AQUILA – “Questo messaggio del perdono come via alla pace credo che rivesta oggi una grandissima attualità”. Con queste parole il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha aperto la giornata più solenne della 731ª Perdonanza Celestiniana, prima di presiedere la messa e il rito dell’apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio.
Parole che intrecciano memoria e presente, quelle del porporato, in grado di collegare la scelta di Celestino V nel 1294 con lo scenario mondiale di oggi, attraversato da conflitti e tensioni: “Quello che Papa Francesco chiamava la terza guerra mondiale a pezzi – ha detto – sta diventando sempre più crudele come vediamo nei vari scenari. Questo messaggio del perdono come via alla pace credo che rivesta oggi di grandissima attualità e quindi vale la pena di riproporlo”.
Non un semplice richiamo, dunque, ma un monito: per il segretario di Stato, la pace “nasce prima di tutto da un cuore pacificato, che è un cuore perdonato da Dio e che sa perdonare anche gli altri, che sa dare e ricevere perdono”. Da qui l’invito a riscoprire il valore universale della Perdonanza, segno di riconciliazione che travalica i confini della città e diventa messaggio per il mondo.
Per il segretario di Stato, la celebrazione di Collemaggio è “un momento di grande spiritualità e di crescita nella fede e nella speranza”, in collegamento con l’Anno Santo in corso, che “richiama al tema della carità verso Dio e verso tutti”.
Parolin presiederà tra poche ore, nella Basilica di Collemaggio, la messa stazionale, ovvero una funzione particolarmente solenne, celebrata generalmente dal papa o da un altro vescovo diocesano con la partecipazione del suo clero e dei suoi fedeli; a seguire, il rito di apertura della Porta Santa, cuore del Giubileo della Perdonanza.