Il presidente rivendica gli interventi compiuti dal 2019 e replica alle polemiche politiche: “Noi abbiamo investito, ora tocca alle istituzioni trovare la soluzione”
CHIETI – Una storia lunga oltre vent’anni, fatta di progetti, finanziamenti, occasioni sfumate e scontri politici: quella della Casa dello Studente di Chieti torna al centro del dibattito cittadino e regionale. A riportarla all’attenzione è stato il presidente dell’ATER Chieti, Antonio Tavani, che respinge le accuse di immobilismo e rivendica i passi compiuti negli ultimi anni.
I finanziamenti e la lunga attesa
La struttura, progettata negli anni ’90, è stata realizzata grazie a 4,5 milioni di euro:
1,7 milioni a carico dell’Istituto;
1 milione dalla Regione per l’abbattimento delle barriere architettoniche;
1,8 milioni con la legge regionale a favore delle residenze universitarie.
Da allora – denuncia Tavani – nessun altro sostegno è arrivato fino al 2019, quando l’attuale giunta guidata da Marco Marsilio ha stanziato 400mila euro per la messa a norma. ATER ha aggiunto altri 155mila di risorse proprie. Oggi l’edificio è agibile, ma mantenerlo ha un costo: 17.222 euro di IMU all’anno, spese di manutenzione, riparazioni a seguito di atti vandalici e l’imminente TARI non appena la struttura entrerà in funzione.
Lo scontro politico
La polemica si è accesa negli ultimi giorni. Tavani è stato attaccato da più fronti – in particolare dal centrosinistra – che ne chiedono le dimissioni, accusando Fratelli d’Italia di dilettantismo nella gestione. Una critica che il presidente ribalta: «Se questo è dilettantismo – replica – allora siamo fieri che abbia aperto un confronto serio con ADSU, Università e istituzioni, mentre il professionismo della politica negli ultimi 15 anni non ha prodotto alcuna soluzione».
Le criticità con ADSU
Uno dei nodi principali resta il rapporto con l’ADSU (Azienda per il Diritto agli Studi Universitari). I primi sopralluoghi risalgono al 2010, ma in quasi sedici anni nulla è cambiato.
ADSU ha sempre sostenuto di poter gestire la struttura solo se i costi rimanessero a carico di ATER, un’ipotesi che Tavani definisce «impossibile e incompatibile con il ruolo di ente pubblico economico».
Secondo le stime, la gestione richiederebbe 130-150mila euro l’anno, tra imposte, energia, guardiania e manutenzione minima. «Ogni ipotesi di gestione gratuita – afferma Tavani – è insostenibile: ATER ha già speso 1,85 milioni di fondi propri e sostiene l’IMU dal 2024».
L’ipotesi Chieti Calcio e le prospettive
Tra le proposte emerse c’è stata anche quella di destinare parzialmente la struttura alla Chieti Calcio, come foresteria. Una soluzione che secondo ATER non contrasterebbe con il vincolo “universitario” dei finanziamenti e che sarebbe in linea con modelli misti già attivi altrove. Il dibattito resta aperto: «Se arriveranno manifestazioni di interesse, pubbliche o private – chiarisce Tavani – abbiamo il dovere di valutarle».
Il nodo dei trasporti e il ruolo del Comune
Nel confronto si inserisce anche il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, che ha invitato a trovare una soluzione pragmatica per aprire finalmente la struttura. Tavani rilancia: «Il Comune potrebbe giocare un ruolo chiave, soprattutto sul fronte dei trasporti. Senza un collegamento rapido e costante tra città alta e città bassa, gli studenti continueranno ad avere difficoltà».
Una partita ancora aperta
Intanto, ATER ha presentato una nuova istanza di finanziamento da 1 milione di euro al Ministero (D.M. 481/2024) per coprire i costi di funzionamento delle residenze universitarie, con l’impegno di garantire l’apertura per almeno 12 anni.