Il Wwf lancia l’allarme: l’Abruzzo è tra le regioni più vulnerabili agli incendi boschivi. Con il 95% dei roghi di origine antropica, l’associazione diffonde un decalogo di comportamenti responsabili per ridurre i rischi e proteggere il patrimonio naturale
L’AQUILA – L’inizio della settimana di Ferragosto in Abruzzo è stato segnato da una nuova ondata di incendi che hanno colpito Capistrello (Monte Salviano), Pescina e diversi comuni della provincia di Teramo, dopo i roghi già registrati nei giorni scorsi lungo la costa tra Vasto e Ortona. Le alte temperature, l’afflusso di turisti e attività ricreative tipiche del periodo, unite a comportamenti imprudenti, rendono queste giornate tra le più critiche dell’anno per la salvaguardia dei boschi, in una regione che con il suo patrimonio forestale a ridosso di centri abitati e infrastrutture resta tra le più vulnerabili d’Italia.
Per questo il Wwf Abruzzo ha deciso di rilanciare il proprio decalogo anti-incendi, ricordando che oltre il 95% dei roghi in Europa è di origine antropica, cioè provocati dall’uomo, per negligenza, imprudenze o vero e proprio dolo.
Molti nascono da negligenza: mozziconi di sigaretta abbandonati, barbecue e fuochi pirotecnici accesi in zone non consentite, bruciatura di sterpaglie non autorizzata, parcheggi sui prati in condizioni di siccità estrema o rifiuti lasciati nei boschi che possono trasformarsi in inneschi. A questi si sommano i casi di incendi dolosi, appiccati con l’intento criminale di arrecare danni agli ecosistemi.
Il messaggio dell’associazione è chiaro: la responsabilità individuale è la prima forma di prevenzione. Ogni cittadino può contribuire ad abbattere il rischio adottando comportamenti corretti, come evitare qualsiasi tipo di fuoco in giornate ventose o particolarmente secche, non lasciare mai braci incustodite, non abbandonare rifiuti e segnalare immediatamente al 115 la presenza di fumo o piccoli focolai, senza attendere che diventino incendi estesi.
Accanto al richiamo ai comportamenti quotidiani, il Wwf evidenzia la necessità di un cambio di passo nelle politiche pubbliche. Un documento elaborato insieme a BirdLife Europa e Asia Centrale (Lipu in Italia) sollecita infatti i governi ad abbandonare la logica della sola emergenza per puntare su una strategia di prevenzione integrata nella gestione del territorio. Negli ultimi due anni, in Europa sono andati distrutti oltre 500.000 ettari di boschi, con danni economici stimati tra i 13 e i 21 miliardi di euro, un impatto devastante sulla biodiversità e l’immissione in atmosfera di enormi quantità di carbonio.
“Dobbiamo uscire dalla logica dell’emergenza – spiega Filomena Ricci, delegata del Wwf Abruzzo – e affrontare i cambiamenti climatici con nuove competenze, strumenti e alleanze, per proteggere la natura, i cittadini e le attività economiche da un rischio che, se non affrontato, è destinato a crescere in modo drammatico”.
Semplici comportamenti per ridurre il rischio incendio
- Evitare di gettare mozziconi di sigarette in natura.
- Accendere fuochi solo nelle aree predisposte e autorizzate, e in ogni caso evitare di farlo in condizioni metereologiche particolari, come clima molto secco o in presenza di vento. Non abbandonate mai le braci sul terreno.
- Non accendere fuochi pirotecnici o altre tipologie simili (comprese le “lanterne volanti”).
- Non dar fuoco alle sterpaglie in campagna (attività che in ogni caso va autorizzata) e seguire i consigli e le indicazioni presenti nel territorio dove si vive soprattutto se all’interno di un’area protetta.
- Non parcheggiare sui prati, sia per il danno che questa azione può comportare al cotico erboso sia perché il motore può emettere scintille sull’erba secca.
- Non abbandonare rifiuti nei boschi: possono essere facilmente infiammabili.
- Avvisare subito il 115 in caso di avvistamento di fiamme, anche in presenza di un piccolo focolaio senza aspettare che diventi un incendio.
Le azioni chiave inserite nel documento di WWF e Birdlife Europa e Asia Centrale (Lipu in Italia)
- Proteggere e ripristinare ecosistemi chiave come foreste naturali, aree umide e praterie, che forniscono servizi vitali e fungono da barriere antincendio naturali;
- Incentivare la gestione forestale più vicina alla natura per rendere i popolamenti forestali più resistenti e resilienti, e sostituire le piantagioni più infiammabili con specie autoctone più resistenti al fuoco.
- Rilanciare le pratiche agro-silvo-pastorali tradizionali per aumentare la biodiversità e ridurre il rischio di incendi boschivi sul territorio.
- Ripopolare le specie faunistiche che si nutrono di vegetazione combustibile contribuendo così a creare territori meno vulnerabili.
- Investire in sistemi di allerta precoce e sostenere le comunità “fire-smart” ovvero in grado di prevenire gli incendi boschivi, soprattutto nelle zone ad alto rischio.