Aggiornato il Piano regionale rifiuti: la Giunta Marsilio apre alla realizzazione di un impianto dedicato ai rifiuti organici. L’obiettivo è quello di tagliare i costi di conferimento fuori regione e, con ogni probabilità, produrre energia
PESCARA – Ridurre la spesa per il trasporto e il conferimento dei rifiuti fuori regione e migliorare il trattamento della frazione organica e della “frazione verde” derivante da sfalci e potature: sono i principali obiettivi del provvedimento adottato ieri dalla Giunta Marsilio, che ha aggiornato il Piano regionale di gestione dei rifiuti per consentire la realizzazione di un nuovo impianto dedicato esclusivamente alla frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU).
La delibera prevede che gli impianti già operativi, oggi destinati al trattamento congiunto di rifiuti indifferenziati e organico, potranno sfruttare appieno la loro capacità solo dopo l’autorizzazione di un nuovo stabilimento progettato per trattare in esclusiva la componente biodegradabile della raccolta differenziata.
Sebbene il progetto definitivo non sia ancora stato presentato, l’orientamento tecnico – in linea con le migliori pratiche nazionali – potrebbe prevedere un impianto di ultima generazione, con tecnologie di digestione anaerobica o compostaggio aerobico. Nel primo caso, oltre alla produzione di compost di qualità, sarebbe possibile ricavare biogas da purificare in biometano, utilizzabile nella rete di distribuzione o come carburante per auto, autobus e mezzi di servizio; nel secondo, il prodotto finale sarebbe interamente costituito da compost per agricoltura e manutenzione del verde pubblico.
In entrambi gli scenari, il trattamento in bio-contenimento – tipico di queste soluzioni – riduce al minimo la diffusione di odori e dispersioni, restituendo al terreno sostanze nutritive naturali e riducendo il ricorso a fertilizzanti chimici.
Esperienze già consolidate in altre regioni dimostrano il potenziale delle tecnologie di ultima generazione nella lavorazione dei rifiuti organici. In Emilia-Romagna, ad esempio, l’impianto di Sant’Agata Bolognese produce ogni anno abbastanza biometano da alimentare circa 18.000 automobili a gas naturale, eliminando del tutto il conferimento altrove della FORSU, e genera oltre 30.000 tonnellate di compost. In Veneto, il centro di Trevignano ha ridotto del 40% i costi di smaltimento per i comuni serviti e migliorato la raccolta differenziata grazie a una filiera più efficiente. In Lombardia, il polo di Montello – uno dei più grandi d’Europa – ha raggiunto l’autosufficienza nel trattamento dell’organico e produce anche anidride carbonica di grado alimentare, utilizzata in agricoltura e in processi industriali.