Marcinelle, 69 anni dopo: l’Abruzzo rinnova il ricordo dei suoi caduti

8 Agosto 2025
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Marsilio: “Orgoglioso della Fondazione che continuerà a tramandare il ricordo della tragedia del ‘56”

MANOPPELLO — La comunità abruzzese si è raccolta oggi attorno al Monumento ai Caduti di Marcinelle per commemorare le 262 vittime della tragedia mineraria del Bois du Cazier, avvenuta l’8 agosto 1956 in Belgio. Sessanta di quei minatori erano abruzzesi, partiti in cerca di lavoro e finiti nel cuore di una delle pagine più drammatiche dell’emigrazione italiana del dopoguerra.

A rendere omaggio ai caduti, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha preso parte alla cerimonia insieme al presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, parlamentari e consiglieri. Il momento più toccante è stato la lettura dei nomi dei minatori abruzzesi, seguita dalla deposizione della corona di fiori.

Marsilio ha sottolineato il valore della memoria e l’impegno istituzionale nel preservarla: “Ricordare quell’evento luttuoso – ha detto – oltre ad essere un dovere, mi consente anche di esprimere l’orgoglio di essere il Presidente della Giunta regionale che, insieme al Consiglio regionale, a quasi 70 anni di distanza da quella immane tragedia, ha finalmente costituito, con legge regionale, una Fondazione che ha il compito di continuare a tramandare il ricordo”.

Il presidente ha annunciato che, grazie a una recente manovra di assestamento, è stata stanziata la prima provvista economica per il funzionamento della Fondazione, con l’obiettivo di avviare presto le attività, rivolte in particolare ai giovani: “Speriamo di poter venire a inaugurare presto i locali e veder partire finalmente le attività rivolte soprattutto ai giovani studenti. Questo – ha spiegato Marsilio – per evitare che la grande opportunità di aver sentito le testimonianze dalla viva voce delle persone e delle famiglie direttamente coinvolte nella tragedia di Marcinelle possa svanire con il naturale passare del tempo”.

Marsilio ha infine evidenziato come la tragedia continui a vivere nella coscienza collettiva: “Anche se – ha concluso – il fatto che, di recente, libri, cinematografia e documentari si siano interessati, a più riprese, di questa tragedia, vuol dire che questo evento continua a essere presente nella società e a interrogare le coscienze”.

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