OSAPP e SINAPPE denunciano la grave aggressione alla dottoressa e chiedono subito più personale e strumenti efficaci per ripristinare la legalità in carcere
TERAMO – Un nuovo episodio di inaudita violenza ha scosso il carcere di Teramo, dove una dottoressa in servizio presso il reparto femminile è stata brutalmente aggredita da due detenute. Calci, pugni, schiaffi e persino una sigaretta spenta sul volto: è questo il bilancio dell’assalto avvenuto nei giorni scorsi, secondo quanto riportato dai sindacati OSAPP e SINAPPE, che tornano a chiedere con forza interventi strutturali e un piano urgente di rafforzamento degli organici.
Secondo quanto riferito dalle sigle, la causa scatenante sarebbe stata la richiesta, da parte della dottoressa, di attendere per la somministrazione di un farmaco non immediatamente disponibile. Di fronte a tale risposta, le due detenute, una proveniente dal Lazio e l’altra dalla Puglia – già trasferite in passato da altri istituti per comportamenti simili – avrebbero reagito con estrema violenza. L’intervento delle agenti di polizia penitenziaria ha evitato il peggio e permesso di bloccare le due donne, poi allontanate dalla struttura teramana.
Trasportata d’urgenza all’ospedale, la dottoressa è stata dimessa con oltre venti giorni di prognosi. I sindacati OSAPP e SINAPPE, che hanno espresso solidarietà alla vittima, parlano di una situazione ormai fuori controllo e denunciano la grave carenza di personale medico, educativo e di sicurezza. “Il carcere di Teramo non può diventare la discarica di Roma”, scrive l’OSAPP, che invoca la rapida apertura del Provveditorato regionale a Pescara e una drastica riduzione della pressione detentiva sull’istituto abruzzese, oggi al 183% della capienza.
Duro anche il SINAPPE, che accusa l’amministrazione penitenziaria di aver abbandonato la sicurezza in nome di un’ideologia rieducativa “integralista ed estremista”. Il sindacato chiede strumenti concreti per permettere al personale di ristabilire la legalità nelle carceri e pene esemplari per chi si rende protagonista di simili aggressioni.
Nel frattempo, entrambi i sindacati rivolgono un appello alle istituzioni affinché episodi del genere non diventino la normalità, chiedendo attenzione e risorse per restituire dignità e sicurezza a chi lavora ogni giorno dietro le sbarre.