Porto di Pescara, il PD accusa il centrodestra: “Ritardi e omissioni dietro la crisi”

26 Luglio 2025
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Secondo il PD, la gestione attuale ha causato ritardi critici nel dragaggio, per il quale mancano oltre 10 milioni di euro e tempistiche certe per l’intervento prima del rientro dal fermo pesca a fine settembre

PESCARA – Il Partito Democratico di Pescara è intervenuto stamattina sul problema del dragaggio del Porto di Pescara, ritrovandosi sul Ponte del Mare e puntando il dito contro le “gravi responsabilità politiche” del centrodestra, accusanto di ritardi e omissioni che stanno mettendo in ginocchio un settore vitale per l’economia e il turismo locale. La marineria pescarese in questi giorni sta vivendo un’agitazione a causa dell’impraticabilità del Porto Canale e in segno di protesta, ha deciso di disertare la storica processione in mare per Sant’Andrea – un evento che si tiene ininterrottamente dal 1867 – mentre da circa un mese, le sirene delle imbarcazioni risuonano per sottolineare una situazione che rende sempre più pericolose le manovre di entrata e uscita.

Il PD, con il consigliere regionale Antonio Blasioli, il gruppo consiliare comunale, i segretari di circolo Alessandro Capodicasa, Leila Kechoud, Jacopo Barbati e Stefania Malucelli, insieme a candidati, attivisti e simpatizzanti, e il candidato sindaco Carlo Costantini, ha voluto esprimere solidarietà alla marineria. L’incontro ha ribadito l’importanza della sicurezza in mare per un comparto che non solo dà lavoro a tante famiglie ma contribuisce significativamente al turismo, in particolare a quello gastronomico.

Il Partito Democratico ha promesso il massimo impegno per affrontare la situazione, attivandosi a tutti i livelli istituzionali per un porto di interesse nazionale. Tuttavia, ha sottolineato come le problematiche dell’insabbiamento e dei fondali troppo bassi siano frutto da imputare al centrodestra. Le ripercussioni, si legge nella nota del PD, sono attenuate solo dalla professionalità della Capitaneria di Porto, che con sapienza e prudenza fornisce indicazioni preziose agli equipaggi, costretti comunque a manovre complicate e rischiose.

La questione del dragaggio rimane il nodo cruciale. Il PD denuncia l’esito infruttuoso e incerto di un recente tavolo tecnico tra gli enti, tenutosi lo scorso 2 luglio. «Non si capisce chi debba fare cosa e, cosa più importante, chi abbia le risorse economiche per farlo», si legge nella nota. Il Partito Democratico chiede un’operazione verità da parte di Regione, Comune, Autorità di Sistema Portuale e Ministero delle Infrastrutture, affinché siano chiarite le azioni da intraprendere per garantire la sicurezza del porto canale entro il 30 settembre, data di rientro dal fermo pesca.

Per un dragaggio ottimale, sarebbe necessario rimuovere circa 50.000 tonnellate di detriti. Per un intervento appena sufficiente, 25.000 tonnellate, i costi supererebbero i 10 milioni di euro. Una somma che al momento non è stata stanziata e sulla cui reperibilità non vi sono rassicurazioni. Anche se i fondi venissero trovati, le lunghe procedure di spesa ritarderebbero inevitabilmente l’intervento oltre settembre.

Il PD sottolinea come nemmeno la rimozione di 25.000 metri cubi rappresenterebbe una soluzione definitiva. Viene citato l’esempio dei fanghi nella vasca di colmata: sebbene la loro rimozione sia meno costosa, il Provveditorato alle Opere Pubbliche sta impiegando oltre un milione di euro per rimuovere solo una parte dei fanghi presenti, con lavori fermi dal 2021. Anche in caso di affidamento, i lavori non potranno iniziare prima del 15 settembre a causa del divieto durante la stagione balneare.

Anche il Piano Regolatore Portuale, che dovrebbe garantire una navigabilità più duratura, è “incagliato nelle sabbie della burocrazia”. Nonostante l’istanza per l’avvio della Via “nazionale” presentata da Arap lo scorso 6 agosto 2024 – con un notevole ritardo rispetto alle previsioni di conclusione lavori entro il 2025 –, la documentazione presentata è risultata carente, con numerose richieste di integrazioni. Proprio oggi, 26 luglio, scade il termine per la presentazione delle osservazioni al Piano, un ulteriore elemento che prolunga i tempi già lunghissimi.

Di fronte a questo scenario di “ritardi e cronoprogrammi traditi”, le domande del Partito Democratico sono pressanti: esistono i 20 milioni di euro previsti per il dragaggio totale? Ci sono almeno i 10 milioni di euro richiesti dal dragaggio parziale? Si è in grado di mettere a terra queste risorse in tempo per garantire la sicurezza del porto canale entro la fine del fermo pesca? «Le responsabilità politiche del Comune di Pescara e della Regione Abruzzo sono sotto gli occhi di tutti», conclude il PD, definendo le azioni di protesta del Sindaco come «spot che non intaccano minimamente il perdurare della crisi». La marineria di Pescara attende risposte e azioni concrete.

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