Ospedale Val Vibrata, è scontro aperto tra il consigliere regionale Pepe e la Asl di Teramo

24 Luglio 2025
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Il consigliere denuncia il calo dei parti dopo la soppressione del primariato. La Asl replica: «Reparto attivo, i numeri calano per le polemiche. Si fa solo disinformazione»

TERAMO – Nel primo semestre del 2025 all’Ospedale di Sant’Omero si sono registrati 252 parti. Se il trend proseguirà, si chiuderà l’anno con circa 504 nascite, in calo del 20% rispetto al 2024. Un dato che, secondo il consigliere regionale Dino Pepe, sarebbe la conseguenza diretta della soppressione del primariato di Ginecologia e Ostetricia, decisa con la delibera Asl n. 69 del 17 gennaio e attiva dal 1° febbraio.

«Avevano promesso che l’ospedale Val Vibrata non sarebbe stato penalizzato – attacca Pepe – invece i numeri certificano il contrario. Il reparto rischia la chiusura “silenziosa” usando proprio i dati come alibi. I cittadini sono allarmati e la Chirurgia è salva solo per ora, ma anche lì si è già votato per una soppressione».

Durissima la replica della Asl di Teramo, che accusa Pepe, il sindaco di Sant’Omero Andrea Luzii e il comitato civico di “alimentare una macchina del fango con finalità elettorali”, generando un clima di sfiducia che disorienta la popolazione. «Riceviamo telefonate quotidiane di utenti che chiedono se il reparto sia ancora aperto», afferma il direttore sanitario Maurizio Brucchi, «e questo clima incide più dei numeri stessi».

La Asl precisa che il reparto di Ostetricia non è stato chiuso né depotenziato. «Non è stato soppresso alcun servizio – sottolinea il direttore della Uoc Alessandro Santarelli – è cambiata solo la denominazione da Uoc a Uos. L’organizzazione è rimasta invariata».

Brucchi aggiunge che il calo delle nascite riguarda tutta Italia, e che nel 2025 anche Pescara e Chieti registreranno flessioni analoghe, rispettivamente del 16,6% e oltre il 13%. «A Sant’Omero la differenza è minima: 18,7%. Ma questa quota in più è figlia delle polemiche continue, che spingono le donne a rivolgersi altrove».

A chiudere la replica è il direttore generale Maurizio Di Giosia: «L’ospedale non si chiude. Lo dimostrano i continui investimenti, dalla nuova Tac alla risonanza magnetica, fino all’apertura imminente della Lungodegenza. I cittadini non si lascino ingannare da chi usa la paura per ottenere consenso».

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