Notte dei Serpenti: piovono critiche su audio, accesso ai disabili e organizzazione. Melozzi, “Diciamo le cose come stanno”

23 Luglio 2025
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Enrico Melozzi, Direttore d'Orchestra

Dopo le lamentele ricevute su sicurezza, accessi, disabili e audio del concerto, il maestro Enrico Melozzi affida ai social uno sfogo dopo la conclusione della Notte dei Serpenti a Pescara dello scorso 20 luglio

PESCARA – All’indomani della Notte dei Serpenti, l’evento musicale più atteso dell’estate pescarese, non sono mancate le polemiche. Dalle lamentele sulla gestione del pubblico alla mancanza di maxischermi, fino all’audio poco nitido e – aspetto gravissimo – all’esclusione di persone in sedia a rotelle, le critiche sono esplose sui social e nei commenti del pubblico. A rispondere, con toni accorati ma netti, è Enrico Melozzi, direttore artistico e produttore dell’evento, che affida ai social un lungo sfogo per chiarire le responsabilità e raccontare, senza filtri, il dietro le quinte di una manifestazione diventata ormai un simbolo culturale della regione.

«È il momento di dire le cose come stanno», esordisce Melozzi, evidenziando come tutti gli aspetti logistici e di sicurezza – dalla capienza agli accessi, dalle transenne alle barriere antiterrorismo – non dipendano da lui né dal suo staff, ma vengano decisi da un tavolo tecnico composto da Questura, Prefettura, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, 118 e Comune.

«Non decido nulla, ma se succede qualcosa, vado in galera io», denuncia con amarezza, sottolineando il paradosso di un sistema in cui le decisioni vengono imposte da altri, ma le responsabilità legali ricadono interamente sul produttore dell’evento.

Melozzi elenca anche una serie di imposizioni che, a suo dire, stanno diventando sempre più insostenibili per gli organizzatori: «Ci obbligano a installare 50 bagni chimici, ci impongono il triplo del personale di sicurezza rispetto al minimo di legge, ci fanno pagare anche i volontari. E tutto questo ricade sul budget dell’evento. Risultato? Niente maxischermi, niente casse aggiuntive, niente supporti tecnici».

Una frustrazione che si somma alle difficoltà economiche: «Quest’anno, nonostante tagli significativi da parte della Regione, non abbiamo fatto polemiche. Abbiamo accettato, ci siamo rimboccati le maniche, e in parte ce l’abbiamo fatta. Ma poi arrivano imposizioni che fanno esplodere i costi in modo assurdo».

Da imputare all’organizzazione anche la polemica riguardo la mancata accoglienza di persone in carrozzina. Come molti spettatori altri arrivati “in ritardo”, nel rispetto del contingentamento degli accessi, si sono trovati davanti alle transenne chiuse da forze dell’ordine e sicurezza. Melozzi scrive di non poter «tacere l’umiliazione provata quando ho saputo che persone in sedia a rotelle sono rimaste fuori». La definisce lui stesso una “vergogna” nel suo post, affermando che «La sicurezza senza umanità è un fallimento».

Nel suo intervento, il maestro lancia anche alcune proposte per il futuro: lo spostamento dell’evento in uno spazio più gestibile come uno stadio, o l’introduzione di un biglietto simbolico che consenta di garantire accessi controllati e sostenere le spese tecniche. Ma soprattutto chiede un cambio di rotta nella gestione delle responsabilità: «Serve che chi decide, si assuma anche le responsabilità. Io metto tutto, ma non posso continuare ad assumermi da solo l’onere legale, morale ed economico di scelte altrui». Lo sfogo di Melozzi apre una riflessione più ampia sulla macchina organizzativa degli eventi culturali in Italia e sul difficile equilibrio tra sicurezza, sostenibilità economica e accessibilità. Una riflessione che, alla luce del crescente successo della Notte dei Serpenti, non può più essere rimandata.

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