Turismo d’Abruzzo: week-end brevi, ospiti italiani e prenotazioni via social. E gli eventi non fanno la differenza

22 Luglio 2025
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Foto di repertorio

La fotografia scattata da Cna Turismo Abruzzo mostra una realtà fatta di soggiorni brevi, ospitalità diffusa e un forte legame con il digitale. Ma se i turisti continuano ad arrivare, a mancare è l’effetto propulsivo degli eventi sul territorio, il cui impatto appare sorprendentemente debole

PESCARA – Stagione estiva sotto il segno della prudenza in Abruzzo, dove il termometro del turismo registra una sostanziale stabilità con punte di moderata positività, ma senza quel guizzo che farebbe pensare a un boom. È quanto emerge dall’indagine condotta da Cna Turismo Abruzzo su un campione di circa cento operatori del settore – dalle strutture ricettive ai ristoratori, passando per agenzie, accompagnatori e stabilimenti balneari – che traccia una mappa aggiornata degli arrivi, delle presenze e delle scelte di chi ha deciso di trascorrere le vacanze nella regione.

A dominare sono gli ospiti italiani, con gli abruzzesi in prima fila, e una formula sempre più breve: il weekend conquista quasi metà delle prenotazioni, mentre l’idea di vacanza lunga sembra cedere il passo a soggiorni lampo. Forte l’influenza del digitale, con il web e i social a orientare il 71,2% delle scelte. E se la mobilità conferma il primato del mezzo proprio – auto, moto e bici –, bus e treni restano marginali, come il traffico in arrivo dagli aeroporti.

Il presidente di Cna Turismo Abruzzo, Francesca Mastromauro, sintetizza così il quadro generale: «I numeri dicono che la somma di valori stabili, positivi ed estremamente positivi è complessivamente dominante (quasi 72%), con una forte prevalenza del primo valore (40,9%)». «Stranieri intorno al 16,5%, italiani in nettissima prevalenza (83,5%), con gli abruzzesi a fare la parte del leone», spiega la presidente Francesca Mastromauro. A prevalere è il turismo individuale (55,7%), con prenotazioni che si dividono quasi equamente tra web (50%) e telefono (48,5%), ma il dato più rilevante riguarda il ruolo trainante del digitale: il 71,2% degli ospiti decide dove andare grazie a internet e social media.

Dati che restituiscono l’immagine di un settore resiliente ma bisognoso di nuova spinta, soprattutto sul fronte della promozione e della programmazione.

Se la Regione ha intensificato gli sforzi sul fronte promozionale, i risultati tardano infatti ad arrivare. Lo evidenzia l’analisi curata da Gabriele Marchese, responsabile di Cna Turismo Abruzzo, che commenta così il peso degli eventi e delle azioni di marketing:

«Abbiamo chiesto agli intervistati quali siano i principali fattori che influenzano l’andamento turistico nella loro zona – e la risposta nettamente maggioritaria (57,6%) si lega alla condizione economica generale. Quanto invece all’attività di promozione, che pure segnala importanti sforzi soprattutto da parte della Regione, a detta del sondaggio (42,4%) inciderebbe meno, così come l’organizzazione di eventi sul territorio (18,2%)».

Un dato che fa riflettere: meno di un quinto degli operatori ritiene che gli eventi locali incidano sull’attrattività turistica. Un segnale di disconnessione tra ciò che viene offerto e ciò che realmente attira i visitatori.

Il panorama è variegato: performance stabili sulle spiagge di Montesilvano e Pescara, segnali di calo sulla Costa dei Trabocchi e nelle aree interne aquilane. Secondo Lucia Simioni, presidente di Abruzzobnb, il turismo estivo 2025 mostra più ombre che luci, con una crescita delle prenotazioni last minute e una marcata riduzione dei giorni di permanenza.

Più ottimista la visione di Roberto Laglia, referente di Cna Turismo all’Aquila, che vede una tendenza positiva proiettata fino a ottobre grazie al recupero post-pandemico. In vista del 2026 e della designazione dell’Aquila come Capitale italiana della cultura, la speranza è in un calendario eventi ben pianificato che possa finalmente fare la differenza.

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