Successo all’ospedale di Pescara: eseguita angioplastica complessa su un paziente 86enne ad alto rischio

22 Luglio 2025
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L’intervento ad alto rischio è stato possibile grazie a una collaborazione stretta tra l’UTIC e la Chirurgia Vascolare dell’ospedale Santo Spirito di Pescara

PESCARA – Un paziente di 86 anni, affetto da grave cardiopatia ischemica e con una pregressa endoprotesi aortica, è stato sottoposto con successo a una complessa angioplastica coronarica presso l’Ospedale Santo Spirito di Pescara. L’intervento, considerato ad altissimo rischio, è stato reso possibile grazie a un dispositivo di assistenza ventricolare sinistra a flusso continuo, che ha garantito la stabilità emodinamica del paziente durante la procedura. Fondamentale è stata anche la stretta collaborazione multidisciplinare tra l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) e la Chirurgia Vascolare dell’ospedale.

Il quadro clinico del paziente presentava angina instabile e una ridotta funzione ventricolare sinistra, inoltre c’era una grave tortuosità dell’aorta addominale, già trattata con endoprotesi, una condizione che precludeva i tradizionali accessi transfemorali. A ciò si aggiungeva un’anatomia coronarica particolarmente complessa, caratterizzata da stenosi calcifiche critiche su un vaso dominante. Considerando le condizioni generali del paziente, l’intervento cardiochirurgico tradizionale è stato escluso. L’équipe della Cardiologia UTIC, guidata dal Dr. Massimo Di Marco, con il supporto del Dr. Tommaso Civitarese, del Dr. Daniele Forlani e dei Dr. Piergiusto Vitulli e Dr. Fabio Fulgenzi, ha quindi optato per un approccio percutaneo ad alto rischio. Questa decisione è stata presa in stretta collaborazione con l’équipe della Chirurgia Vascolare, diretta dal Dr. Antonio Antico.

L’accesso transfemorale è stato realizzato in sicurezza grazie a una meticolosa preparazione chirurgica del sito vascolare e alla guida del chirurgo vascolare nelle fasi più delicate. Ciò ha permesso il corretto posizionamento del dispositivo di assistenza. Una volta stabilizzata l’emodinamica con il sistema di supporto ventricolare, si è potuto procedere all’angioplastica del tronco comune della coronaria sinistra, impiegando tecniche avanzate. La procedura si è conclusa senza complicanze. Il paziente è stato trasferito in terapia intensiva in condizioni stabili e dimesso dopo sette giorni, con un evidente miglioramento clinico.

“Questo caso – ha commentato il dott. Di Marco – conferma quanto sia cruciale la sinergia tra specialisti e l’uso di tecnologie avanzate per affrontare situazioni cliniche al limite. Anche nei pazienti molto anziani, un approccio percutaneo ben pianificato può offrire soluzioni efficaci e sicure.”

La gestione di pazienti anziani e fragili con malattia coronarica complessa rappresenta oggi una delle sfide cliniche più impegnative nel campo della cardiologia interventistica. Comorbidità, interventi vascolari precedenti e un’anatomia complessa degli accessi aumentano significativamente il rischio procedurale e limitano le opzioni terapeutiche. In questo scenario, l’utilizzo di dispositivi di supporto emodinamico e una stretta collaborazione tra cardiologi interventisti e chirurghi vascolari si rivelano elementi cruciali per affrontare in sicurezza procedure ad alto rischio.

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