A Pescara l’emergenza del porto spinge gli armatori a muovere una protesta proprio durante la tradizionale processione in mare di Sant’Andrea, protettore dei marinai, prevista per domenica 27 luglio. Il sindaco di Pescara Carlo Masci aderirà, partecipando ai festeggiamenti senza indossare la fascia tricolore. Il consigliere di opposizione Costantini critica: “Scelta di facciata”
PESCARA – Il porto di Pescara continua a rimanere impraticabile, ostaggio di una situazione che si trascina da oltre tredici anni. Gli armatori, i pescatori e le loro famiglie, ormai stremati da promesse disattese, hanno deciso – come annunciato da una nota dell’associazione “Mimmo Grosso” – di protestare pubblicamente durante i festeggiamenti in onore di Sant’Andrea, patrono dei marinai. E al loro fianco ci sarà anche il sindaco Carlo Masci, che annuncia la sua adesione alla manifestazione con parole nette e un gesto simbolico: sarà presente alla festa, ma senza la fascia tricolore.
«Gli armatori di Pescara, gli equipaggi, le loro famiglie, sono stufi delle promesse e hanno ragione da vendere per il mancato dragaggio – dichiara il primo cittadino –. Per questo io sarò al loro fianco nella protesta che hanno annunciato in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Andrea. È una protesta sacrosanta e pacifica, la loro, espressione del profondo disagio di una categoria che non può più attendere la concretizzazione di promesse continue che risalgono fino al 2012, cioè ben 13 anni fa, come ho già detto e urlato a gran voce – insieme a Lorenzo Sospiri e Guerino Testa – durante l’ultima riunione con i dirigenti del Ministero».
Masci sottolinea che parteciperà alla processione per rispetto della tradizione e della marineria pescarese, ma senza simboli istituzionali. «Sarò alla festa, sarò alla processione, per devozione al Santo e per rispetto alla marineria e a chi ha perso la vita in mare, ma ci sarò senza la fascia da sindaco. Mi auguro che ci sarà la città, domenica, per onorare il Santo e far sentire la propria presenza, il proprio abbraccio alla marineria, in modo da mantenere viva una tradizione che deve proseguire».
Il nodo centrale resta l’assenza di un intervento strutturale da parte dello Stato per il dragaggio del porto, per il quale secondo Masci «non ci possono essere altri rinvii: il porto di Pescara, che è di interesse nazionale, va dragato e deve farlo lo Stato, che ha la competenza e quindi deve individuare rapidamente una soluzione e anche i fondi per affrontarla. Deve farlo ora: non è concepibile né ammissibile che una situazione di emergenza di questa portata si protragga da 13 anni, tanto più che in altre realtà situazioni altrettanto delicate ed emergenziali sono state affrontate con progetti e fondi, come è giusto e doveroso che sia, mentre per Pescara le risorse non ci sono mai perché si pensa sempre che Pescara abbia la forza di farcela da sola. Non è così, non può essere così».
Il sindaco rivendica anche l’impegno profuso in questi anni dalle istituzioni locali, che hanno sempre dato «la massima disponibilità a collaborare», tanto che, ricorda il primo cittadino negli anni «ci siamo assunti l’onere di intervenire, grazie ai fondi della Regione, facendo il possibile per garantire le condizioni minime di accessibilità al porto. Ma serve un intervento radicale, che passi per lo svuotamento della vasca di colmata (sempre annunciata ma mai realizzata) o per un’altra soluzione praticabile in tempi rapidi, perché di tempo non ce n’è più – già da un pezzo – ed è finita anche la pazienza degli armatori e dei pescatori che rappresentano una parte della storia e dell’economia della città e meritano risposte concrete, cioè fatti concreti, da tutti i livelli istituzionali, e immediate».
Masci conclude con un appello diretto al Governo e al Ministero delle Infrastrutture, ricordando le lettere inviate al ministro Salvini, l’ultima delle quali datata 18 luglio: «Io sto con loro, senza se e senza ma, e torno a sollecitare soluzioni radicali a chi è competente, come ho già fatto a voce e per iscritto fino ad oggi». Nell’ultimo appello inviato al ministro delle Infrastrutture, Masci aveva riportato il proprio dispiacere nel constatare che il tavolo tecnico non avesse ancora garantito dei risultati e aveva sottolineato che proprio il “tappo” di detriti impedisce il normale deflusso del fiume in situazioni di forti precipitazioni che determinano quindi l’esondazione e il conseguente allagamento delle zone prossime all’alveo.
Il consigliere di minoranza e candidato sindaco del centrosinistra Carlo Costantini ha fortemente criticato la scelta di Masci, accusandolo di scendere e salire dai palchi con gli esponenti politici «in base all’umore del pubblico». «Se l’occasione pubblica è di intrattenimento – prosegue Costantini – ingolfa il palco con parlamentari, consiglieri regionali, presidenti vari ed assessori. Se l’occasione pubblica è associata ad una protesta contro gli stessi esponenti politici con i quali ha condiviso il palco il giorno prima, si toglie la fascia tricolore per rimarcare il fatto che lui non c’entra niente e protesta anche lui, a questo punto verrebbe da dire contro sé stesso», scrive Costantini in una nota. Poi, conclude «per rispetto nei confronti della marineria pescarese si rimetta la fascia e piuttosto si interroghi sulla ragione per la quale, come ha avuto lui stesso modo di rilevare, Pescara da oltre un decennio è l’unica realtà a livello nazionale nella quale situazioni altrettanto delicate ed emergenziali vengono completamente ignorate».
La protesta è attesa per domenica prossima, 27 luglio, durante la tradizionale processione a mare per Sant’Andrea. Sarà, con ogni probabilità, un momento di forte impatto simbolico e politico per una città che chiede ascolto e azioni concrete.