Infermiera aggredita in psichiatria a Giulianova, Ugl Salute: «Risultato di accorpamento psichiatria di Teramo»

22 Luglio 2025
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Matteucci attacca la Asl dopo l’ennesimo episodio: «È lo stesso uomo che devastò la farmacia di Roseto. L’accorpamento dei reparti ha generato sovraffollamento e zero sicurezza»

GIULIANOVA – Un nuovo episodio di violenza si è verificato questa mattina all’interno del reparto di psichiatria dell’ospedale di Giulianova, dove un’infermiera è stata aggredita fisicamente da un paziente. Si tratta dello stesso uomo che solo poche settimane fa aveva devastato una farmacia a Roseto degli Abruzzi, provocando danni per decine di migliaia di euro e gettandosi poi in strada, urlando e colpendo un’auto con un pugno.

A intervenire sulla vicenda è l’UGL Salute Abruzzo, che denuncia con fermezza le conseguenze di una gestione sanitaria ritenuta fallimentare. “Quanto accaduto è gravissimo, inaccettabile e purtroppo ampiamente prevedibile”, scrive Stefano Matteucci, responsabile regionale del sindacato.

La sigla sindacale aveva già lanciato l’allarme mesi fa, criticando l’accorpamento del reparto di psichiatria di Teramo presso la struttura giuliese. Una scelta che, secondo l’UGL, ha prodotto un sovrannumero di pazienti, una drastica carenza di sicurezza, e condizioni di lavoro insostenibili per il personale sanitario. “Oggi quell’allarme è diventato realtà – aggiunge Matteucci –. Siamo di fronte a una situazione esplosiva, assunta senza ascoltare chi opera ogni giorno sul campo”.

Il sindacato definisce l’aggressione “figlia diretta” di una politica sanitaria che continua a trattare la salute mentale come un settore di serie B, riproponendo scelte già criticate senza alcuna programmazione efficace. Le conseguenze? Sovraffollamento nei reparti, assenza di misure di sicurezza, disservizi soprattutto per l’utenza dell’entroterra teramano.

L’UGL Salute Abruzzo chiede ora un intervento immediato e l’apertura di un confronto urgente con la Direzione generale della ASL di Teramo, esprimendo piena solidarietà all’operatrice aggredita e chiedendo che chi ha deciso, o ignorato gli appelli – si assuma ora la responsabilità politica e amministrativa.

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