Suicidi in carcere, avvocata in sciopero della fame: “Non riesco più a restare in silenzio”

17 Luglio 2025
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A Sulmona l’avvocata Alessandra Faiella aderisce alla staffetta di protesta contro le condizioni delle carceri italiane e avvia lo sciopero della fame. “La dignità del detenuto è un valore anteriore allo Stato”, denuncia. Già 40 suicidi nel 2025

SULMONA — “Non riesco più a restare in silenzio”. Con queste parole, l’avvocata Alessandra Faiella ha annunciato l’inizio del suo sciopero della fame, aderendo alla staffetta di protesta nazionale contro le condizioni delle carceri italiane. Un gesto forte, che arriva in risposta a un dramma silenzioso: solo nei primi mesi del 2025, 40 detenuti si sono tolti la vita.

Un numero che, come sottolinea Faiella, “toglie il respiro” e richiama il titolo dell’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, da anni impegnata nel monitoraggio dei diritti nelle strutture penitenziarie. “La dignità del detenuto è un valore anteriore allo Stato. Un uomo può guardare dall’alto in basso un altro solo per aiutarlo a rialzarsi” — ha dichiarato l’avvocata, rompendo il muro dell’indifferenza che spesso circonda il tema della detenzione.

Il problema, secondo Faiella, è anche strutturale. Le carceri italiane ospitano oltre 62 mila persone, a fronte di una capienza reale di meno di 47 mila posti. Il tasso di affollamento ha superato il 134%, rendendo le condizioni di vita nei penitenziari sempre più invivibili.

La protesta, promossa da giuristi e attivisti, punta a sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla necessità di riforme urgenti. In particolare, si chiede la revisione del DL Giachetti, per aumentare i giorni di liberazione anticipata concessi ai detenuti in caso di buona condotta.

“Non è la soluzione, ma un passo per ridare dignità e legalità al sistema penitenziario” — incalza Faiella, che invita anche a contrastare la retorica del “buttare la chiave”, sempre più diffusa nel dibattito pubblico.

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