Attesa in ospedale per un bambino autistico: la Asl di Chieti avvia una verifica interna

15 Luglio 2025
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Il Direttore generale Mauro Palmieri condanna le minacce al personale: “Serve disinnescare la violenza verbale”

CHIETI – Una verifica interna per ricostruire i fatti e migliorare i percorsi di accesso in urgenza dei pazienti pediatrici, con particolare attenzione ai bambini fragili. È questa la prima risposta della Asl Lanciano Vasto Chieti alla notizia, circolata domenica sui social, dell’attesa prolungata — indicata in cinque ore — di un bambino autistico prima di essere visitato all’ospedale di Chieti.

A voler fare chiarezza sull’accaduto è stato il Direttore generale Mauro Palmieri, che ha chiesto un’analisi dettagliata dell’episodio, affidata ai direttori dei Dipartimenti Materno Infantile ed Emergenza-Urgenza, Francesco Chiarelli ed Emmanuele Tafuri. La ricostruzione, basata sui dati del registro informatico, è stata presentata nel corso di una riunione alla quale hanno preso parte anche Delia Racciatti, responsabile del Servizio Qualità e Risk Management, e l’intera Direzione strategica.

Secondo quanto emerso, la famiglia si è rivolta direttamente all’accettazione pediatrica, senza passare per il Pronto Soccorso, chiedendo la visita per due fratellini, uno dei quali con diagnosi di autismo. L’orario di registrazione risulta alle 10.45, con presa in carico alle 13.17 per il primo bambino e alle 13.54 per il secondo. Un’attesa, dunque, di poco più di due ore, determinata — spiegano i sanitari — dalla valutazione iniziale (triage), che non ha rilevato una condizione di urgenza clinica in base ai sintomi riferiti. In quei minuti il reparto stava gestendo due casi pediatrici in condizioni critiche, che hanno inevitabilmente richiesto priorità.

«Comprendo il disagio della famiglia per l’attesa, che comunque è risultata inferiore rispetto a quanto dichiarato — ha sottolineato Palmieri —. Proprio per questo ho chiesto una revisione delle nostre procedure: è necessario offrire un accesso parallelo, dedicato ai pazienti fragili, in particolare ai bambini con disabilità o bisogni complessi. È un segnale di attenzione che dobbiamo e vogliamo dare».

Ma accanto alla volontà di migliorare l’organizzazione interna, il Direttore generale non nasconde la preoccupazione per il clima di ostilità esploso online: «Resta inaccettabile la campagna di odio generata sui social da un racconto parziale. Parole violente sono state rivolte a operatori, soprattutto del Pronto Soccorso, che peraltro non erano coinvolti nei fatti. Un linciaggio verbale che fa male, ancor più perché indirizzato a chi ogni giorno si impegna per rispondere a una domanda crescente di salute».

Un appello, quello di Palmieri, che guarda oltre il singolo episodio: «L’Azienda farà la sua parte, correggendo dove serve. Ma anche gli utenti devono assumersi una responsabilità: quella di non alimentare la violenza verbale. Le parole possono diventare gesti. Non serve esprimere solidarietà quando il danno è fatto. Bisogna fermarsi prima. Fermarsi ora».

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